Gli europei cercano di evitare che salti l'accordo sul nucleare. Ma, secondo un analista iraniano, sbagliano a considerare la questione dei diritti umani un problema separato.
Gli unici a beneficiare dell'accordo sul nucleare sono stati Zarif e Rohani
Libera Università di Bruxelles
Se gli Stati Uniti decidessero di imporre di nuovo sanzioni all'Iran, Teheran si sentirebbe libera di tornare a produrre uranio arricchito. La riunione di Bruxelles voluta da Mogherini aveva come ambizione di scongiurare questo pericolo, dice Cornelius Adebahr di Carnegie europe: "Gli europei stanno lavorando sulle due sponde: convincere gli americani a mantenere l'accordo e poi, se gli Stati Uniti dovessero abbandonarlo, almeno collaborare con gli iraniani, perché non abbandonino l'accordo anche loro, per dar loro tempo di raggiungere un'intesa che, in un modo o nell'altro, possa preservarlo".
Amnesty International ha chiesto ai ministri europei di affrontare anche la questione delle proteste.
Per Majid Golpour della Libera Università di Bruxelles in effetti è sbagliato considerare il nucleare un problema separato: "In Iran - spiega - gli unici che hanno beneficiato dell'accordo sono Zarif e Rohani e forse l'entourage di Rohani, ma il problema è che nonostante tutta la propaganda di Stato e la loro influenza sull'opinione pubblica, non sono riusciti a risvegliare l'interesse della popolazione nei confronti di quest'accordo. Gli europei dovrebbero capirlo".
Le proteste che in Iran hanno fatto finora almeno 22 vittime hanno radici economiche. La fine delle sanzioni non ha portato per la popolazione la prosperità attesa.