Un anniversario che trova un Paese diviso in vista delle prossime elezioni generali di quest'anno, con il leader del principale partito d'opposizione agli arresti con l'accusa di sedizione e il suo partito sciolto dal governo.
Ci sono anche i sopravvissuti del regime di Pol Pot tra le 40 mila persone scese in strada a Phnom Penh, capitale della Cambogia, per celebrare i 39 anni dalla caduta del regime comunista dei Khmer rossi.
Un anniversario che trova un Paese diviso in vista delle prossime elezioni generali di quest'anno, con il leader del principale partito d'opposizione agli arresti con l'accusa di sedizione e il suo partito sciolto dal governo. Misure che sono costate alla Cambogia la revoca degli aiuti economici alla Commissione elettorale da parte di Stati Uniti e Unione europea.
La dittatura comunista uccise 1 milione e 700 mila persone tra il 1975 e il 1979, circa un terzo della popolazione cambogiana, soprattutto a causa del lavoro forzato, della malnutrizione e della scarsa assistenza medica.
Sono tre gli alti ufficiali del regime ancora in vita e stanno scontando il carcera a vita per crimini contro l'umanità.