Il sospetto è che la fuga provenga da un sito di riprocessamento del combustibile nucleare, situato negli Urali meridionali e già teatro di incidenti nel 1957
Dopo averlo negato per settimane,finalmente Mosca ha ammesso di aver rilevato concentrazioni “estremamente elevate” dell’ isotopo radioattivo rutenio-106 nel Paese, causa della formazione di una nube radioattiva diretta sull’Europa. Lunedi l’agenzia metereologica russa ha comunicato registrazione a fine settembre di queste elemento, confermando cosi l’allarme di alcune agenzie europee di monitoraggio della radioattività.
Vicino al villaggio di Tcheliabinsk, negli Urali meridionali è stata registrata una concentrazione ben 986 volte maggiore dei tassi di normale radioattività. A pochi chilometri sorge il sito nucleare di Mayak, usato per il riprocessamento del combustibile esaurito.
Il sospetto è che in quei luoghi sia avvenuto un incidente che Mosca vorrebbe coprire.
A fine settembre l’istituto di francese per la protezione nucleare aveva indicato come probabile zona di rilascio di questo elemento in un territorio tra Volga e l’Urali, indicando come possibile fonte un sito di gestione del combustibile nucleare. Le concentrazioni rilevate in Europa non sarebbero comunque pericolose per la salute e per l’ambiente.
Detection of #Ruthenium 106 in France and in Europe in late September: Results of IRSN’s investigations and updated information on the plausibility of the origin of the release https://t.co/Y8uzAxPnpUpic.twitter.com/OP14AjwE5L
— IRSN Radioprotection (@radioprotection) 9 novembre 2017