L'artista di strada denuncia le condizioni di vita dei palestinesi "imprigionati" dalla barriera di separazione, illegale per la Corte Internazionale di Giustizia.
Il muro di Israele in Cisgiordania è diventato un luogo di espressione per gli artisti di strada. Fra questi c‘è l’australiano Lush Sux, autore di un murale che raffigura un bacio fra il presidente statunitense Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L’artista spera di attirare l’attenzione su quella che definisce la “prigione” nella quale vivono i palestinesi.
“Il muro stesso è un messaggio”, dice il graffitista. “Non ho bisogno di scrivere “Palestina libera” o cose del genere, molto dirette, che le persone ignoreranno. Mi limito a dipingere quello che dipingo di solito e forse la gente comincerà a osservare il contesto,
il filo spinato e le persone intrappolate”.
I graffiti di Lush Sux sono diventati un’attrazione per viaggiatori e per abitanti. Per un residente di Betlemme è un atto di denuncia della situazione più ingiusta al mondo: “Quello che ci attrae sono i tanti dipinti sul muro, fra i quali quelli di artisti famosi come Banksy e Lush. Attraverso il muro rivolgono un messaggio al mondo, chiedendo di fermare l’ingiustizia e la persecuzione contro questa nazione”.
Israele ha cominciato a costruire la barriera di separazione agli inizi degli anni 2000 per motivi di sicurezza: è composta da filo spinato, recinzioni e lastre di cemento. La costruzione è andata avanti nonostante nel 2004 l’Onu ne abbia chiesto lo smantellamento facendo proprio il parere della Corte Internazionale di Giustizia che considera la barriera illegale.