Referendum in Catalogna: "Ci sarà un conflitto reale, ma non è una crisi europea"

Referendum in Catalogna: "Ci sarà un conflitto reale, ma non è una crisi europea"
Di Euronews
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Per l'esperto di conflitti secessionisti Bruno Coppieters non c'è rischio di effetto domino nell'Ue, ma ci sarà bisogno di un mediatore fra Madrid e Barcellona

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Bruno Coppieters è professore presso la fiamminga Libera Università di Bruxelles ed esperto di conflitti secessionisti. Con lui abbiamo analizzato la situazione in Catalogna in vista del referendum del 1°ottobre, convocato dalle autorità catalane, ma che Madrid rifiuta di accettare.

Ana Lazaro, euronews: Le autorità catalane hanno chiesto più volte alle istituzioni europee di svolgere un ruolo di mediazione. Ma le istituzioni europee possono avere questo ruolo?

Bruno Coppieters, Libera Università di Bruxelles: “No. Per dirlo chiaramente, non sono attrezzate per farlo. Le istituzioni europee in quanto tali, di cui fa parte la Spagna, non possono svolgere un ruolo di mediazione perché non sono abbastanza indipendenti, sono troppo legate alla Spagna”.

euronews: Viene spesso evocato il rischio di un contagio ad altre regioni europee, come le Fiandre o l’Italia settentrionale. Si tratta di un rischio reale? Possiamo aspettarci un effetto domino all’indomani del referendum del 1° ottobre?

Bruno Coppieters: “Non credo. Potrebbe esserci un effetto domino se la strategia degli indipendentisti catalani avesse un certo successo, ma non è davvero probabile. Quindi gli altri partiti indipendentisti e nazionalisti europei hanno riflettuto sulla questione, pensano a una strategia a lungo termine. E vediamo che evitano una decisione unilaterale di questo tipo, per timore di restare isolati”.

euronews: Immaginiamo per l’appunto che il governo catalano proclami l’indipendenza. C‘è il rischio che si trovi isolato sulla scena internazionale?

Bruno Coppieters: “L’indipendenza non sarà riconosciuta. Non ci sarà nessuno stato membro che farà il passo di riconoscere questo governo. Sarà come non esistente. Questo creerà un reale conflitto, perché per una grande parte della popolazione catalana questo governo è legittimo. Allora ci sarà un conflitto reale, ma quest’isolamento farà parte del conflitto”.

euronews: I catalani invocano il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Come è percepito questo fatto dagli Stati?

Bruno Coppieters: “Diversi governi preferirebbero vedere una politica del dialogo piuttosto che del confronto. Ma in principio difendono tutti, riconoscendo lo Stato spagnolo, il quadro costituzionale esistente. È quindi un approccio diverso da quello del governo catalano secondo il quale questo quadro costituzionale ha perso la sua legittimità”.

euronews: Quindi la sua sensazione è che tutti gli Stati membri sostengano la Spagna, anche se ha talvolta usato metodi abbastanza forti.

Bruno Coppieters: “Cercheranno di non dover intervenire, ma potrebbero essere costretti a farlo in caso d’instabilità in Catalogna, ad esempio per una crisi a livello finanziario. È vero dunque che le due parti, il governo spagnolo e il governo catalano, non sembrano più essere in grado di risolvere il conflitto da sole. Hanno bisogno di un mediatore”.

euornews: L’Unione europea si trova di fronte a diverse crisi, fra cui la Brexit. Pensa che il referendum sull’indipendenza in Catalogna possa destabilizzare l’Unione europea?

Bruno Coppieters: “No, non si arriverà a questo punto, sarà forse un elemento in più nelle difficoltà che l’Unione europea dovrà gestire. È una crisi, ma è una crisi in Catalogna, è una crisi in Spagna, per il momento non è una crisi europea”.

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