Gli interessi di Mosca in Venezuela

Gli interessi di Mosca in Venezuela
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Di Alberto De Filippis
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La Russia di Vladimir Putin, attraverso la controllata statale Rosneft, sta aiutando il regime di Nicolas Maduro in Venezuela alla disperata ricerca di denaro per sopravvivere. Un aiuto pagato a caro prezzo. Mosca sta ottenendo grossi contratti di sfruttamento in cambio di prestiti che negli ultimi mesi hanno permesso a Caracas di non affondare.

La Cina, altro storico alleato del chavismo, avrebbe interrotto il flusso di denaro a causa dei ritardi nei pagamenti e dei problemi che le aziende di Pechino hanno con la corruzione endemica soprattutto in Venezuela che ne riduce i profitti.

Il Cremlino ha deciso dunque di approfittarne. Anche se è dal 2013 che la Russia è un alleato privilegiato del chavismo. Malgrado le sanzioni contro, Rosneft, attraverso triangolazioni, riesce a vendere petrolio venezuelano perfino agli Stati Uniti, ma i profitti finiscono a Mosca. Rosneft tratta per ora circa 225.000 barili di greggio venezuelano al giorno. Il parlamento, controllato dall’opposizione, ma di fatto esautorato, non ha mai riconosciuto questi contratti, ma la nuova Assemblea costituente intende rispettarli.

Nel solo 2006 la Russia aveva firmato contratti per 4 miliardi di dollari e per la fornitura di armi a Caracas. Adesso più che mai il presidente Maduro si rivolge a Mosca con l’azienda petrolifera di Stato PDVSA che avrebbe ricevuto dalla russa Rosneft 6 miliardi di dollari. Dal 2006 i miliardi arrivati in Venezuela sono stati almeno 17. Soldi con cui Mosca ha cementificato la sua presenza nel Paese e su cui Maduro continua a contare.

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