Scintille in pista (e fuori) tra Hamilton e Vettel, in una Formula 1 ''amarcord''

Scintille in pista (e fuori) tra Hamilton e Vettel, in una Formula 1 ''amarcord''
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Di Cinzia Rizzi
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Le sportellate a Baku tra l'inglese e il tedesco hanno acceso la polemica. Ma anche i ricordi nostalgici della F1 del passato.

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E’ stato un po’ un ritorno al passato, domenica sul circuito cittadino di Baku, in Azerbaijan, in occasione del Gran Premio di F1, con Sebastian Vettel e Lewis Hamilton che ‘‘se le sono date di santa ragione’‘ in pista.

Al 17esimo giro – quando l’inglese è in prima posizione, seguito dal tedesco – entra la seconda safety-car, a causa dei detriti persi da Kimi Raikkonen. Due tornate dopo, in uscita dalla curva 15, il patatrac: Hamilton rallenta bruscamente, Vettel lo tampona, non potendo fare altrimenti. Il quattro volte Campione del Mondo, convinto che il rivale l’abbia fatto apposta, si accosta a lui e lo colpisce con una ruotata. I due si scambiano gesti abbastanza eloquenti.

Scoppiano le scintille in pista, ma anche fuori. A caldo il ferrarista ha commentato così: “Lewis non è stato corretto e non credo sia giusto che io abbia ricevuto una penalità e lui niente’‘. Il pilota Mercedes ha risposto: “Seb dovrebbe dimostrare di essere un uomo, se ha un problema con me bisogna chiarirsi fuori dalla macchina, faccia a faccia. Immaginate i ragazzini che hanno visto la gara cos’hanno pensato nel vedere un certo tipo di comportamento da parte di un Campione del Mondo”.

Sembrava quasi di assistere agli accesi duelli degli anni ’80/‘90, tra Ayrton Senna ed Alain Prost, o tra Michael Schumacher e Jacques Villeneuve. Alle ruotate, che allora costavano la gara e il Mondiale a uno dei due (per i più giovani, andate a guardarvi il Gran Premio del Giappone – Suzuka 1989 e 1990 – o quello di Spagna – Jerez 1997 -, delle perle nella storia della massima categoria automobilistica).

Questa volta tra Hamilton e Vettel nessuno si è giocato (per il momento, almeno) il Mondiale, essendo solo all’ottava prova stagionale. Ma entrambi si sono giocati la vittoria. A onor del vero, l’inglese della Mercedes ha perso il comando della corsa per una sosta non prevista ai box – dovuta a un problema al cosiddetto head-rest, il supporto di protezione della sua vettura – . Il tedesco della Ferrari, passato al comando quando il rivale è entrato in pitlane, ha dovuto cedere la posizione per scontare una penalità di 10 secondi, proprio a causa dell’azione pericolosa al 19esimo giro.

E’ stata un’azione pericolosa, certo e gesti poco eleganti. Ma è stato anche un ritorno al passato, alle rivalità che tanto hanno appassionato i tifosi, li hanno fatti sobbalzare sul divano. Gli stessi tifosi che negli ultimi anni si sono lamentati della mancanza di azione e di una Formula 1, che è stata più volte ribattezzata ‘‘Formula Noia’‘. E invece ora si fregano le mani, perché mancano 12 appuntamenti al termine della stagione, che si prospetta, per come è iniziata, un duello epico tra due gladiatori. Perché, come ha dichiarato il team principal Ferrari Maurizio Arrivabene: ‘‘Se siamo al Colosseo, basta dirlo e tutti ci allineiamo”.

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