L’ondata di violenza che da giorni sta insanguinando la città di Marawi, sull’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine, ha spinto un gran numero di civili a mettersi in fuga per cercare riparo dai combattimenti.
Le autorità parlano finora di 85 morti, cinquantuno dei quali sarebbero miliziani musulmani di Abu Sayyaf, sospettati di legami con l’Isil.
Almeno settemila persone, secondo le autorità, hanno abbandonato le proprie case dopo che il presidente Duterte ha proclamato la legge marziale in tutto il sud del paese.
“Mi hanno sparato da un elicottero mentre tornavo dal lavoro. Per fortuna soino stato capace di evitare le pallottole. A casa non ho trovato nessuno, ho pensato che li avessero uccisi. Poi ho sentito mia moglie disperata perché avevano preso di mira la nostra casa”, racconta un uomo.
La tensione a Marawi è improvvisamente aumentata dopo un fallito blitz della polizia per la cattura di uno dei leader musulmani; blitz che ha scatenato una violenta ritorsione da parte dei ribelli.