La Cina promette 124 miliardi di dollari in infrastrutture per rotte marittime e terrestri verso Europa e Africa. L'India: è neocolonialismo
Ventinove capi di stato e di governo si sono ritrovati a Pechino al forum ‘One belt, one road’. Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso 124 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture e non solo. Obiettivo: potenziare l’economia del celeste impero puntando sulle rotte commerciali di mare e di terra tra Cina e Europa, Cina e Africa.
Xi-Jinping è per il commercio inclusivo e l’opposizione al protezionismo: “In tempi di interdipendenza tra le nazioni e di minacce globali, nessuno Paese può restare a guardare e pensare di risolvere da solo i problemi di questo tempo” – dice.
Al forum c’era anche il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni che punta a coinvolgere nel progetto i porti della penisola. Gli Stati dell’Unione Europea non hanno preso una posizione comune: il vicepresidente della commissione Katainen non ha firmato alcun documento non avendo ricevuto una delega specifica, ma spera in veloci negoziati sugli investimenti e “in un buon risultato al più presto possibile”.
“#Venezia luogo simbolo”
— OBOR Venezia (@OBOR_Venezia) 14 maggio 2017PaoloGentiloni</a> conferma importanza <a href="https://twitter.com/PortOfVenice">
PortOfVenice per il progetto #OBOR. Cooperazione tra porti, non competizione https://t.co/XV7YsqRDaZ
Pechino, però non convince tutti.
Il timore che al massiccio investimento Pechino voglia unire una forma di controllo non solo commerciale su paesi limitrofi, è diffuso. Per l’India, che ha boicottato il vertice e che vede come fumo negli occhi il rafforzamento di legami Cina-Pakistan, (la via della seta passa per Islamabad) l’investimento cinese è una forma di neocolonialismo.