Turchia, sospesi altri 4mila dipendenti pubblici. Bloccato Wikipedia

Turchia, sospesi altri 4mila dipendenti pubblici. Bloccato Wikipedia
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Di Debora Gandini
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Ancora purghe dal governo di Ankara. Nuovo caso di censura: inaccessibile l'enciclopedia online in tutte le lingue

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In Turchia arriva l’ennesima ondata di purghe, dopo quella della scorsa estate seguita al fallito golpe. Il governo ha emanato due nuovi decreti che sospendono quasi 4.000 dipendenti pubblici, tra cui impiegati del ministero della Giustizia, guardie carcerarie e accademici. Finora sono oltre 120mila le persone allontanate dai loro incarichi e oltre 40mila quelle finite in manette.

Turkey fires 3,900 in second post-referendum purge https://t.co/HmueZLMGX7

— Reuters Top News (@Reuters) April 29, 2017

Turkey systematically jails women as part of fear campaign, SCF report reveals | Turkish Minute https://t.co/Ln7aa4LhlXpic.twitter.com/6kEtX6Rfpn

— Turkish Minute (@TurkishMinuteTM) April 29, 2017

Non solo, le autorità di Ankara hanno bloccato anche anche diversi programmi televisivi, ogni accesso dall’interno del Paese a Wikipedia. Secondo un’emittente locale il provvedimento sarebbe arrivato perchè i gestori del sito si sarebbero rifiutati di rimuovere contenuti considerati falsi su presunti legami tra la Turchia e alcune organizzazioni terroristiche. Per molti cittadini è l’ennesimo attacco alla democrazia e alla libertà di espressione. “Migliaia di utenti devono subire i divieti di Recep Tayyip Erdogan e del suo partito lÂKP”, fa notare un ragazzo. “Se c‘è una correlazione tra un articolo e il terrorismo si può sempre modificare il contenuto, invece il governo preferisce chiudere il sito. Questo è stato fatto prima con YouTube e Twitter, ora con Wikipedia. Ma prima o poi capiranno che un approccio simile è sbagliato.” Accuse subito respinte dal governo che da sempre addossa la colpa delle interruzioni dei social e dei siti ai picchi di traffico dopo alcuni grandi eventi.

Wikipedia has been blocked in Turkey https://t.co/gyij09sHNT by jshieber</a></p>&mdash; TechCrunch (TechCrunch) April 29, 2017

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