I fermati sono accusati di far parte della presunta rete di Fethullah Gulen
Sono almeno 1000 le persone arrestate in 72 provincie della Turchia. La maxi retata, coordinata dalla procura generale di Ankara, è stata portata a termine nella notte da più di 8.500 agenti di polizia.
Tutti i fermati, perlopiù poliziotti, sono accusati di far parte della presunta rete di Fethullah Gulen, il predicatore e politologo turco che Ankara ritiene responsabile della pianificazione del fallito colpo di Stato dello scorso anno.
Gli arrestati sono stati tutti trasferiti nella capitale. Le purghe contro i presunti membri della rete di Gulen, messe in atto dal presidente Erdogan, hanno portato alla rimozione o alla sospensione di 130.000 dipendenti pubblici.
Soltanto martedì il Consiglio d’Europa aveva inserito la Turchia nei Paesi membri che debbono essere pienamente monitorati. Nel rapporto approvato dall’aula viene espressa grande preoccupazione per le violazioni alla libertà di stampa e per l’arresto di esponenti della società civile.
Immediata la reazione del capo di Stato turco. In un’intervista Erdogan ha chiarito che il suo Paese è pronto a fare marcia indietro nei colloqui per l’adesione all’Unione europea.