Il campo profughi di Souda, nell’isola di Chios.
Il campo profughi di Souda, nell’isola di Chios.
È uno dei due campi dell’isola greca, che ospita circa 800 persone.
La maggiorparte arriva dalla Siria, molti altri da Paesi del Nord Africa, da Iran e Afghanistan. Tutti sono riusciti a lasciare la costa turca attraversando il mar Egeo partendo da Cesme.
Dopo l’accordo dell’anno scorso tra Ue e Turchia il flusso deimigranti è diminuito del 25%.
Nell’ultimo mese, però, l’Agenzia Onu per i profughi ha rilevato un nuovo aumento.
Cosa che preoccupa il sindaco di Chios e gli abitanti dell’isola:
Emmanouil Vournous:“Sarà il bel tempo, ci saranno dietro ragioni politiche. Non mi interessa conoscere le motivazioni, so che quanto sta accadendo è duro per gli isolani e anche per i profughi.
Non posso biasimare la Turchia e né lamentarmi per quanto sta facendo, la Turchia è uno Stato indipendente, agisce da sola, qui in Europa dovremo piuttosto fare la nostra politica”.
I due campi sono stracolmi e le condizioni di vita deprecabili.Richiedere l’asilo significa attendere, la procedura burocratica è infatti lunga.
Il malessere intanto nei campi monta.
“Il cibo non è buono, quello che beviamo non è buono; gli ospedali sono pessimi”. “Corriamo seri pericoli”.
Majid ha 25 anni viene dal Sudan:
“Io sono stato accoltellato tre volte: una volta vicino al cuore, un’altra alla schiena e sulla gamba. Sono stato in ospedale 15 giorni e nessuno dell’Onu è venuto a vedermi”.
È arrivato in questo campo 3 mesi fa, ha la famiglia ancora in Turchia, perché per 5 volte sono stati bloccata dalla polizia turca, a Cesme, lungo la costa anatolica, a soli 8 chilometri di distanza da Chios.
I controlli della polizia turca sono severissimi, il sindaco di Cesme, Muhittin Dalgic:
“C‘è chi riesce a fuggire, ma come Stato cerchiamo di evitarlo grazie a forze di sicurezza e guardiacoste e tutti i giorni cerchiamo di recuperarli quasi tutti quando sono già in mare pronti a partire”.
Senada Sokollu, Euronews:
“La Turchia minaccia di sconfessare l’accordo con l’Europa e di inviare fino a 15 mila profunghi in più al mese sulle coste europee.
I profughi e le autorità greche lamentano le condizioni di vita nei campo, considerate ormai al limite.