L'inferno Daesh: migliaia di civili fuggono dalle zone sotto controllo dell'Isil

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Di Euronews
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In soli due giorni, più di mille persone hanno attraversato la frontiera con la Siria per fuggire la dittatura fondamentalista

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Gli iracheni continuano a scappare dalle zone sotto il controllo di Daesh.
In soli due giorni, più di mille persone hanno attraversato la frontiera più settentrionale al confine con la Siria, che si trova sotto il controllo delle forze curde. La zona è considerata sicura.

Fatima Ibrahim Khalaf racconta l’inferno da cui è fuggita:

“Eravamo stanchi di spari e tiri continui di Daesh; se i miliziani vedevano una macchina che trasportava sigarette se ne appropriavano, così come si appropriavano di una macchiana che trasportava gente.Si impossessano dei soldi del governo, chiedono ai cittadini di pagare imposte, la gente ha fame e non c‘è di che sfamarsi”.

Solitamente arrivano al campo profughi di Al Hawl, in Siria,che ospita già migliaia di sfollati.
Khaked Khalas Inat racconta qual è stata la sua odissea per arrivarci.

“È stato un viaggio impossibile, quasi una tortura, abbiamo percorso una lunga distanza e abbiamo dovuto pagare trafficanti perché ci portassero fin qui.

La maggiorparte dei profughi provengono da Tal Afar, distretto a est di Mosul che si trova sempre sotto controllo di Daesh.

Anche a ovest, a Safira,troviamo profughi che fuggono l’Isil.

Elham Saleh vive qui, con la sua famiglia da un anno. Fa spugne vegetali che vende 9 centesimi a pezzo.

Il prezzo che ha pagato per fuggire l’inferno è pari a 280 euro.

“Ero una donna sposata e vivevo a Deir Hafer. Mio marito ha raggiunto Daesh, ho deciso di lasciarlo. Noi donne dovevamo coprirci il volto e comunque eravamo mal viste”.

Anche Samia è riuscita a scappare con i suoi sei figli, una volta che il marito è stato ucciso dagli uomini dell’Isilormai tre anni fa. Era il direttore di una scuola inviso ai fondamentalisti:

“Erano circa le 11 di notte, un’auto si è avvicinata alla nostra abitazione e hanno gridato ‘Abdo scendi’ . Quando ha chiesto cosa volessero gli hanno risposto taci. È salito in macchina con loro e non l’abbiamo più visto”.

“Prima di essere ucciso mio cognato ha detto che erano infedeli e che quello che facevano non aveva niente a che vedere con la religione. Per tutta risposta lo hanno accusato di essere una spia del governo”.

Negli ultimi due mesi, 3500 famiglie hanno lasciato i territori sotto i l controllo di Daesh per trovare rifugio a Safira nel nord.

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