Il cessate il fuoco in Siria, in vigore dal 30 dicembre scorso e concordato da Russia e Turchia, “regge in larga parte ma con alcune eccezioni”.
Il cessate il fuoco in Siria, in vigore dal 30 dicembre scorso e concordato da Russia e Turchia, “regge in larga parte ma con alcune eccezioni”. A dirlo è l’inviato speciale Onu Staffan De Mistura.
Le “eccezioni” si riferiscono ad esempio ai bombardamenti su Idlib della coalizione internazionale a guida statunitense e del regime siriano. Una ventina di miliziani qaedisti hanno perso la vita. Ma l’altra faccia della medaglia è la sofferenza dei civili.
Aleppo conta nelle ultime ore sei morti sotto le bombe, di cui quattro erano bambini. Damasco, colpita dai raid lealisti contro i ribelli, sta vivendo una grave emergenza idrica.
I raid stanno avvenendo a meno di due settimane dall’apertura dei negoziati di pace, sotto l’egida di Russia e Turchia, previsti il 23 gennaio in Kazakhstan.
Uno dei fronti che divide è il nord della Siria, dove Ankara sta rafforzando le proprie operazioni militari, con violenti scontri ad al-Bab contro le truppe dell’Isil.
Erdogan ha ribadito che è pronto a unire le forze con la coalizione guidata dagli Stati Uniti, ma non combattendo al fianco dei curdi siriani.