Il Nobel per l'economia Stiglitz: "L'austerità non serve a nulla, è solo un danno per l'UE"

Il Nobel per l'economia Stiglitz: "L'austerità non serve a nulla, è solo un danno per l'UE"
Di Oleksandra Vakulina
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Secondo l'economista premio Noble Jozeph Stiglitz per salvare l'Ue serve un euro flessibile. Troppo profonde le differenze fra le economie dei Paesi dell'Eurozona

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Il Nobel Stiglitz processa euro e austerità

Il problema principale della zona euro è la moneta unica, almeno questo è quanto afferma Jozeph Stiglitz. Secondo il premio Nobel per l’economia l’unione monetaria non si doveva creare nel modo in cui è stata invece pensata, un esperimento forzato fin dall’inizio. L’ex capo economista della Banca mondiale tuttavia ritiene che si possa ancora fare qualcosa.

Oleksandra Vakulina, euronews: “Professor Stiglitz, grazie per essere qui con noi a Global Conversation su Euronews. Il suo ultimo libro si intitola: L’euro; come la moneta comune minaccia il futuro dell’Europa. C‘è un modo per salvare l’unione monetaria?”

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia: “Sì, penso che ci sia un modo. Ma questo richiede la creazione di un’assicurazione dei depositi comune, uno stesso modo di risolvere i problemi nelle banche che sono in difficoltà, richiede una sorta di mutualizzazione del debito, un cambiamento delle regole della BCE in modo da non concentrarsi solo sull’inflazione ma anche sulla crescita, sull’occupazione e sulla stabilità finanziaria. Si richiede la creazione di un fondo di solidarietà comune per il finanziamento della disoccupazione o per altre esigenze cicliche all’interno della zona euro. Servono delle riforme; ci si chiede se siano riforme troppo grandi e importanti per la politica ma queste riforme devono essere fatte molto velocemente.”

euronews: “Quanto tempo abbiamo per questo?”

Joseph Stiglitz: “Non c‘è un numero magico. Ma quello che è chiaro è che l’Europa sta facendo un gioco di rischio calcolato. E il problema con la politica del rischio calcolato è che c‘è la possibilità di oltrepassare il limite. C‘è stata la crisi greca un anno fa ma il modo in cui è stata affrontata sta portando la Grecia a un lento declino.”

euronews: “C‘è stato un referendum l’anno scorso e abbiamo visto che la maggioranza ha votato no alle misure di austerità.”

Joseph Stiglitz: “Il 62%!”

euronews: “A un anno di distanza la Grecia è ancora lontana dall’essere fuori dalla crisi.”

Joseph Stiglitz: “E’ peggio! E’ peggio rispetto a anno fa! E questo perché hanno insistito su ulteriori misure di austerità e questa ulteriore dose ha portato l’economia ancora più in basso.”

My latest Op-Ed for Project Syndicate—Europe's Attack on Greek Democracy http://t.co/cHObMqhYXu

— Joseph E. Stiglitz (@JosephEStiglitz) 29 juin 2015

L’austerità minaccia la democrazia in Europa

euronews: “L’austerità è ancora necessaria?”

Joseph Stiglitz: “Credo che l’austerità sia pericolosa. Non solo non è necessaria, ma credo che sia davvero un danno per i paesi europei. L’austerità non ha quasi mai funzionato.”

euronews: “Il referendum dello scorso anno è stato interpretato da molti come una bocciatura della zona euro e dell’Europa in generale. Secondo lei la Grecia avrebbe maggiori possibilità di superare la crisi se fosse fuori dall’euro?”

Joseph Stiglitz: “Si. Se la Germania e la Troika non cambieranno posizione, se non ci sarà una ristrutturazione del debito necessario anche secondo l’FMI, e se non ci saranno cambiamenti nel quadro politico, allora penso che l’unico modo per la Grecia di salvarsi è andare in un’altra direzione.”

euronews: “Lei ha incontrato il governo greco ad Atene l’anno scorso durante la crisi. Cosa l’ha colpita di più di quell’incontro?”

Joseph Stiglitz: “Loro vogliono restare nella zona euro ma non vogliono l’austerità e si rendono conto che non possono avere entrambe le cose”

euronews: “Un altro paese ha deciso di lasciare l’Unione europea. La Gran Bretagna avrà più prospettive ora? Per il Regno Unito andrà meglio fuori dall’Europa?”

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Joseph Stiglitz: “Credo che le conseguenze di Brexit siano più politiche che economiche. Il vero punto interrogativo è: quale sarà il futuro dell’Unione europea? Questo è il problema politico. L’UE riuscirà a interpretare il messaggio e rendersi conto di non essere riuscita a convincere i cittadini che l’Unione che sta offrendo vantaggi e benefici? Quello che mi preoccupa è che nella risposta alla Brexit, Juncker, il capo dell’Unione europea ha detto: “fisseremo dei paletti molto precisi perché non vogliamo che nessun altro paese lasci l’UE’”. Un po’ come dire che l’unico modo per tenere insieme l’Europa è mettere paura, non puntare sui benefici che si possono avere se non si esce dall’Unione; ecco questo è il punto: infondere paura agli stati membri. Questo, per me è un atteggiamento sbagliato.”

euronews: “Secondo lei altri paesi in Europa potrebbero fare un referendum per restare nell’UE o nella zona euro?”

Joseph Stiglitz: “Dipende dalle risposte dell’Unione europea. Molte persone ritengono che non solo l’economia si è indebolita ma anche la democrazia. Votano contro l’austerità e non solo in Grecia, il 62% ha votato così in Portogallo, stesso risultato in Spagna, ma succede anche in Francia e in Italia. Eppure viene detto: “questi problemi ora devono risolverli a Bruxelles, Francoforte, Berlino, ma sono questioni molto importanti che non riguardano più solo la democrazia. In alcune delle elezioni diversi candidati si sono presentati come i migliori interlocutori con la Germania. Non hanno puntato sulle politiche interne’, come dire che le politiche venivano fissate da qualche altra parte, l’importante era essere buoni negoziatori.”

La dimensione globale delle elezioni USA

euronews: “I paesi di cui abbiamo discusso sono paesi che hanno tenuto un referendum – Grecia e Regno Unito, poi sono paesi dove questo tipo di referendum è possibile nell’Europa meridionale, dove le persone sono contro l’austerità e le disuguaglianze. Vediamo qualcosa di simile anche nelle elezioni americane?

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Joseph Stiglitz: “Si, molto! Alcuni dei temi che interessano l’Europa sono centrali anche negli Stati Uniti. Ad esempio la rabbia di tanti nostri cittadini per il fatto che queste politiche – la liberalizzazione dei mercati finanziari, la globalizzazione- hanno tralasciato una gran parte della società, oppure le promesse dei nostri leader che poi non sono state mantenute. Gli Stati Uniti non avrebbero potuto immaginare un candidato peggiore per essere il presidente degli Stati Uniti. Ma è un candidato che ha raggiunto un certo grado di empatia e ha molto elettori. Anche noi siamo spaventati, come gli americani, c‘è molto paura in tutto il mondo. L’America ha un ruolo centrale nell’economia e nella sicurezza globale e molti di noi pensano che non è positivo se a capo degli Stati Uniti ci dovesse essere qualcuno con una personalità instabile, con il dito vicino al pulsante della bomba nucleare.

“Trump and the damage done”, my Oped on Boston Globe https://t.co/Hb4hXa82bdBostonGlobe</a></p>&mdash; Joseph E. Stiglitz (JosephEStiglitz) August 5, 2016

My book, The Euro, now available: https://t.co/irQoHndYo8pic.twitter.com/8kP7ETOmHG

— Joseph E. Stiglitz (@JosephEStiglitz) 16 août 2016

Biografia: Joseph Stiglitz

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