Siria, l'eterna attesa degli aiuti umanitari

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La strada Castello è la via di rifornimento strategica per i quartieri d’Aleppo in mano ai ribelli.

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La strada Castello è la via di rifornimento strategica per i quartieri d’Aleppo in mano ai ribelli. A luglio l’esercito siriano l’ha strappata agli insorti con l’aiuto della Russia, isolando i quartieri nell’est della città. È da qui che passeranno gli aiuti umanitari destinati alle popolazioni assediate da due mesi se la demilitarizzazione del percorso sarà completata come prevedono gli accordi. Secondo le Nazioni Unite più di mezzo milione di persone vive sotto assedio in Siria, almeno 250 mila solo nei quartieri est di Aleppo. In uno di questi quartieri, la settimana scorsa, prima della tregua, gli abitanti hanno inscenato una protesta proprio per chiedere un corridoio umanitario. Un residente spiegava in quell’occasione: “Abbiamo bisogno di una strada sicura per poter evacuare i nostri feriti, perché i bombardamenti qui sono molto intensi, tutti i feriti che hanno un braccio rotto o hanno perso una gamba non potranno farsi curare”.

Tutt’altra l’atmosfera nei quartieri nell’ovest della città, sotto il controllo del regime. Qui il cessate il fuoco ha permesso agli abitanti di celebrare nella pace e nella tranquillità la Festa del Sacrificio, cominciata lunedì. Un venditore di popcorn gioisce: “Grazie a Dio la situazione è buona. Possiamo lavorare. l’Eid di quest’anno è molto migliore di quello dell’anno scorso. La situazione ora è calma e con la tregua le cose andranno molto meglio”.

Mercoledì due camion carichi di cibo e giocattoli hanno attraversato il posto di frontiera di Karkamis per raggiungere la vicina città di Jarabulus. Il convoglio era stato organizzato dai giovani dell’Akp, il partito al potere in Turchia Jarabulus, rimasta nelle mani di Isil per due anni, è stata liberata a fine agosto dai ribelli con l’aiuto delle forze di Ankara.

Secondo l’Onu nel resto della Siria sono ancora 19 le città prive di assistenza umanitaria, cibo e medicinali.

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