La NASA parte a caccia di asteroidi

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Di Debora Gandini
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Al via l'8 settembre la missione "Osiris-Rex". Obiettivo: studiare come la pressione della luce solare influenza il percorso di un asteroide

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Conto alla rovescia per la missione della NASA Osiris-Rex: obiettivo portare a casa un pezzo di asteroide. Il lancio è in programma l’8 settembre da Cape Canaveral in Florida. Due anni di viaggio per la navicella prima di raggiungere e agganciare nel 2018 Bennu, una roccia spaziale ricca di carbonio che si stima contenga tracce del Sistema Solare primordiale.

Animators show how the OSIRIS-REx asteroid sample capsule will return to Earth in 2023. https://t.co/QQVDkXuw1Gpic.twitter.com/MCrCcZtwD9

— NASA Goddard (@NASAGoddard) August 22, 2016

“Si tratta di un asteroide scuro quello che vogliamo catturare, stiamo andando in missione per questo, vogliamo vederlo meglio e abbiamo intenzione di riportare sulla terra un campione”, sottolinea Jim Green, Direttore delle Scienze planetarie alla NASA.

Osiris-Rex dovrebbe riportare sul nostro pianeta un campione di circa 60 grammi, la più grande quantità dopo le missioni dell’Apollo nel 1960 e ’70. “Una delle cose incredibili di Osiris-Rex è che può centrare tutti gli obiettivi scientifici che si sono dati alla NASA. Vogliamo andare fino alla superficie. Non atterrare tecnicamente su Bennu ma entrare in contatto per circa cinque secondi, prendere un campione e riportarlo sulla navicella. Possiamo tentare tre volte ma per vedere sbarcare i campioni sulla Terra invece bisognerà attendere il 2023”, dichiara Jeffrey Grossman del programma parte della missione Orisis.

OSIRIS-Rex: Bringing Home Pieces of an Asteroid https://t.co/GJd0dx7nYRpic.twitter.com/yGrtDTZZYl

— SPACE.com (@SPACEdotcom) August 18, 2016

5 anni per studiare il Sistema Solare primordiale. Non solo per conoscere il passato ma anche il futuro: conoscere un asteroide può aiutare gli scienziati a capire meglio cosa fare nel caso uno entrasse in rotta di collisione con il nostro pianeta. “Sono molto fiducioso, riusciremo ad ottenere del materiale unico che non abbiamo ancora perché è molto friabile e non sopravvive facilmente al passaggio atmosferico. Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo proteggere il campione nella nostra navicella. Sarà davvero una grande avventura. Stiamo andando verso l’ignoto. Stiamo riportando un tesoro scientifico”, racconta il Professore Dante Lauretta, che ha preso parte al progetto.

Per avere le prime informazioni interessanti si dovrà attendere il 2018. Quando Osiris-Rex avrà raggiunto Bennu attiverà cinque strumenti di bordo per studiare, mappare e analizzare l’asteroide con un livello di dettaglio definito “senza precedenti”. Dopo la missione giapponese del 2010, questa è la seconda della storia per portare a casa un pezzo di asteroide. La prima volta per gli Stati Uniti.

OSIRIS-Rex: Bringing Home Pieces of an Asteroid https://t.co/GJd0dx7nYRpic.twitter.com/yGrtDTZZYl

— SPACE.com (@SPACEdotcom) August 18, 2016

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