“Sono colpevole”: ha ammesso così le sue responsabilità e chiesto perdono al Mali, Ahmad al Faqi al Mahdi imputato nel processo che si è aperto all’Aja (CPI) – il primo nella storia del tribunale – pe
“Sono colpevole”: ha ammesso così le sue responsabilità e chiesto perdono al Mali, Ahmad al Faqi al Mahdi imputato nel processo che si è aperto all’Aja (CPI) – il primo nella storia del tribunale – per la distruzione del patrimonio culturale.
Il leader di Ansar Dine, gruppo di estremisti islamici del Mali, è accusato dalla Corte Penale Internazionale di aver ordinato e partecipato alla distruzione di nove mausolei e della moschea di Sidi Yahia nella capitale del Mali, Timbuctù, tra il 30 giugno e l’11 luglio del 2012.
Monumenti edificati tra il Duecento e il Seicento e dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. “Queste distruzioni sono un crimine di guerra e non possono restare impunite”, ha detto il procuratore capo Fatou Bensouda.
In una settimana ci sarà la sentenza, Ahmad al Faqi al Mahdi rischia fino a 30 anni di reclusione. A Timbuctù i beni distrutti sono tornati al loro stato originario grazie a un progetto patrocinato dall’Unesco.