I social media si mobilitano per Nizza

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I social media hanno giocato un ruolo centrale anche nell’attentato del 14 luglio a Nizza.

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I social media hanno giocato un ruolo centrale anche nell’attentato del 14 luglio a Nizza. Poco dopo le 23 la gendarmeria ha invitato a evitare il centro della città.

#NIce06 Ne gênez pas les opérations de secours en cours. Evitez le centre ville.

— GendarmerieNationale (@Gendarmerie) 14 juillet 2016

#Nice06 Ne propagez pas des rumeurs et ne diffusez pas des images ou photos choquantes sur les réseaux sociaux.

— GendarmerieNationale (@Gendarmerie) 14 juillet 2016

Su Twitter ha anche chiesto di non diffondere voci e di non postare foto scioccanti. Nonostante questo all’indomani del massacro alcune immagini impressionanti continuavano a circolare.

Anche la polizia nazionale ha chiesto di segnalare comportamenti illeciti o scioccanti, “perché la rete deve restare uno spazio di scambio e di
rispetto”.

[#Nice] Vous constatez des contenus illicites ou choquants sur internet ? Signalez-les sur https://t.co/fGWOs7UKXEpic.twitter.com/gyC8dI9uen

— Police Nationale (@PoliceNationale) 14 juillet 2016

Sui social media si è organizzata anche la solidarietà: la città di Nizza è stata tra i primi a twittare l’hashtag porte aperte, come successe lo scorso 13 novembre a Parigi, per aiutare chi è sfuggito all’attentato a trovare rifugio presso gli abitanti.

Restez chez vous. Vous pouvez utiliser #PortesOuvertesNice pour trouver un refuge et pensez à vous signaler «en sécurité» sur Facebook

— Ville de Nice (@VilledeNice) 14 juillet 2016

La gendarmeria ha subito lanciato un appello per donare il sangue, a Nizza e altrove in Francia. E i taxi di Nizza hanno offerto corse gratuite per evacuare la promenade des Anglais.

Les taxis niçois prennent tout le monde en charge gratuitement pour les évacuer de la Promenade des Anglais #AttaquesNice

— Nice-Matin (@Nice_Matin) 14 juillet 2016

I social media si sono rivelati anche utili per le ricerche. Circa due ore dopo l’attentato su Facebook è stato attivato il Safety Check, che permette agli utenti di segnalare ai propri contatti di essere al sicuro. Mentre l’applicazione per l’allerta attentati lanciata dal governo è stata attivata soltanto all’una e 34.

Fra i morti del 14 luglio ci sono anche dei bambini, mentre una cinquantina sono ricoverati in ospedale. Ma c‘è anche qualche storia finita bene: un piccolo di otto mesi che i genitori avevano perso nel caos dell’attentato è stato ritrovato grazie all’appello lanciato su Facebook.

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