Trema Tony Blair: arriva il rapporto Chilcot

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Attesa la pubblicazione delle conclusioni dell'inchiesta sulla manipolazione delle prove sulle armi di distruzione di massa, che indussero l'entrata in guerra del Regno Unito contro l'Iraq.

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Come se non bastassero le attuali turbolenze della politica britannica, tornano pure gli scheletri del passato. Sotto forma delle conclusioni dell’inchiesta di sir John Chilcot, sulle responsabilità dell’ex primo ministro Tony Blair nel diffondere bugie e celare segreti sulle armi di distruzione di massa irachene, causa scatenante della partecipazione alla guerra a Saddam nel 2003.

Il rapporto sarà pubblicato oggi (è previsto per le 11), dopo vari rinvii: 150 testimoni ascoltati, 150.000 documenti analizzati, 10 milioni di sterline spese, un uomo su cui l’intera nazione punta il dito: l’allora premier laburista.

“Spero venga affermato – dice Peter Brierly, che ha perso il figlio Shaun in quel conflitto – che ha manipolato tutto quanto è stato detto per far sì che si andasse in guerra. Spero che tutto ciò venga fuori. Il rapporto dovrà andare realmente in profondità. Qualcuno migliore di me sarà capace di grattare via quella che la gente definisce la calce che ricopre la verità. Sento che verrà fuori”.

Sarah O’Connor ha perso, invece, il fratello Bob: “ci sono persone che hanno avuto un ruolo intrinseco nel causare la morte dei nostri cari, attraverso le loro svariate mancanze. Devono ancora guardarci negli occhi. Davvero, dovrebbero provare a giustificarsi davanti al mondo come possono, ma se non possono giustificare le loro azioni davanti alle famiglie delle vittime, le loro parole saranno vuote e senza senso”.

Le vittime britanniche perse in quel conflitto furono 179. Blair ha più volte espresso il suo dispiacere per quelle vite perdute, ma ha sempre rivendicato come positiva la caduta di Saddam Hussein.

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