Brexit: petizione inglese chiede nuovo referendum, Scozia lavora per il "Remain"

Brexit: petizione inglese chiede nuovo referendum, Scozia lavora per il "Remain"
Di Roberto Alpino
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Nel Regno Unito, non si arresta la fibrillazione politica scaturita dal voto dello scorso giovedì, che ha sancito di fatto l’estromissione dall’Unione Europea.

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Nel Regno Unito, non si arresta la fibrillazione politica scaturita dal voto dello scorso giovedì, che ha sancito di fatto l’estromissione dall’Unione Europea.

Il fronte del “Remain” si è prontamente mobilitato, avviando una raccolta di firme volta a modificare la legislazione dei referendum consultivi.

La petizione per richiedere la ripetizione del voto ha già abbondantemente superato il milione e mezzo di sottoscrittori e chiede in pratica al Governo di stabilire che, raggiungendo una maggioranza inferiore al 60% e con un’affluenza inferiore al 75%, la consultazione vada ripetuta.

Da notare che le petizioni inviate al Governo con almeno centomila firme vanno automaticamente considerate ai fini di un dibattito parlamentare.

“Le nostre politiche in materia di commercio, economia ed immigrazione dovranno cambiare alla luce del voto referendario – dice il leader dei Laburisti, Jeremy Corbyn -, tuttavia il lavoro non può essere lasciato in mano a gente come Johnson o Farage. Ci batteremo per garantire che il nostro ordine del giorno sia al centro delle negoziazioni”.

La Scozia, intanto chiede di avviare subito colloqui con Bruxelles per proteggere il proprio posto nell’Unione Europea.

“Il Consiglio dei MInistri è d’accordo sul fatto di avviare discussioni immediate con le istituzioni dell’Unione e gli altri Stati membri – afferma la Premier, Nicola Sturgeon -, ed esplorare tutte le opzioni possibili al fine di preservare il posto della Scozia in Europa”.

Un secondo referendum per l’indipendenza, in sostanza, è considerata “un’opzione concreta”: l’intenzione del Governo è quella di creare a breve una task-force di esperti che indichi la via da percorrere sul fronte legale, diplomatico e finanziario, definendo inaccettabile che il Paese venga estromesso contro la propria volontà, in considerazione del 62% dei votanti che si è espresso in favore del “Remain”.

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