Rania di Giordania tra i profughi in Grecia

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La chiusura della “rotta dei Balcani” spinge i rifugiati a tentare l’ancor più rischiosa traversata del Mediterraneo tra la Libia e la Sicilia

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La chiusura della “rotta dei Balcani” spinge i rifugiati a tentare l’ancor più rischiosa traversata del Mediterraneo tra la Libia e la Sicilia.

Mentre la Nato, tra tre mesi, pattuglierà le coste libiche per frenare le partenze, secondo quanto dichiara la minsitra della difesa italiana Roberta Pinotti,
Médecins sans Frontières ha ripreso le sue operazioni di soccorso in mare e accusa i governi europei di non fare abbastanza.

Intanto a Lesbo, in Grecia, la Regina Rania di Giordania ha portato la sua solidarietà ai profughi siriani e iracheni, come quelli che il suo Paese accoglie da anni in gran numero.

“La responsabilità della crisi non può essere definita su basi geografiche. E credo che dobbiamo ritrovare umanità e compassione nel raccontarla. Perché questa è una crisi che tocca gli esseri umani, non le frontiere o le barriere. È una questione di dignità umana – non di accordi.”

Nel frattempo, l’Austria reintroduce i controlli ai valichi con l’Ungheria e si prepara a fare lo stesso al confine con l’Italia, secondo un piano che sarà annunciato mercoledì. L’Unione europea minaccia sanzioni contro Vienna.

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