In Messico ci sono “settori non interessati alla verità” sul sequestro e l’uccisione di 43 studenti nel 2014, secondo un gruppo di investigatori
In Messico ci sono “settori non interessati alla verità” sul sequestro e l’uccisione di 43 studenti nel 2014, secondo un gruppo di investigatori della Commissione Interamericana per i Diritti dell’Uomo.
Dopo un anno di inchiesta il gruppo di esperti internazionali ha presentato un rapporto di 600 pagine, nel quale accusa le autorità messicane di aver ostacolato il lavoro: impossibile, tra l’altro, interrogare 17 sospetti attualmente in carcere, alcuni dei quali sarebbero stati torturati.
Accuse alle quali il governo reagisce con nonchalance: da una parte il Presidente Peña Nieto ringrazia il pool e dice che il rapporto servirà ad arricchire l’inchiesta delle autorità messicane, dall’altra il vice-procuratore generale si limita a ricordare che si tratta di una delle più colossali inchieste nella storia messicana. “Le famiglie degli studenti e il governo sono dalla stessa parte, lavoriamo per lo stesso obiettivo: sapere cosa è successo a quegli studenti e punire tutti i responsabili”.
Secondo la versione ufficiale, nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2014 gli studenti di Ayotzinapa sono stati attaccati dalla polizia municipale di Iguala, che li avrebbe poi consegnati ai membri di Guerreros Unidos, un cartello della droga. Questi li avrebbero assassinati, cremati, e disperso le loro ceneri in un fiume. Gli inquirenti internazionali hanno però aperto altre piste, che avrebbero voluto approfondire.