L'economia mondiale all'epoca di migranti e crisi greca. Parola all'FMI

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Di Diego Giuliani
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Rischi, prospettive e sfide, nell'analisi del vicedirettore David Lipton: "I rifugiati possono salvare l'Europa che invecchia"

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Sul cielo degli incontri di Primavera tra Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale si addensano i nuvoloni di una crescita ancora al rallentatore. Proprio negli scorsi giorni, crisi e incertezze sul contesto geopolitico internazionale hanno inoltre indotto l’FMI a tagliare di due decimi le stime per il 2016, rivedendole al 3,2%.

Obstfeld: Weaker growth, greater risks, greater chance of secular stagnation #WEOhttps://t.co/mP1hB16Dvepic.twitter.com/0QLW8Esvl6

— IMF (@IMFNews) 12 aprile 2016

“In molti paesi – ha detto il capo economista Maurice Obstfeld -, mancato incremento dei salari e crescenti sperequazioni hanno alimentato la diffusa impressione che a godere della crescita siano esclusivamente i più ricchi”.

Non fanno eccezione neppure gli Stati Uniti, che Obama è riuscito a traghettare fuori dalla crisi. Incremento dell’occupazione e prestazioni del PIL testimoniano una ripresa solida, ma che per quest’anno l’FMI prevede in leggera flessione, rispetto alle stime di gennaio.

What the numbers show. See latest projections on global growth. #WEOhttps://t.co/4hjTfPHytxpic.twitter.com/X8MWiTGW3y

— IMF (@IMFNews) 12 aprile 2016

Per l’economia europea stesso discorso, ma diversi fattori di rischio: a pesare sono qui soprattutto la crisi migratoria, che da mesi assorbe risorse ed energie politiche – alimentando peraltro crescenti tensioni -, il nodo della Brexit che il referendum nel Regno Unito scioglierà a fine giugno e il rompicapo del debito greco, che divide Fondo Monetario Internazionale e istituzioni europee. Irrealistico, secondo l’FMI, che Atene possa ripagare i suoi creditori e centrare l’obiettivo del disavanzo primario caldeggiato da BCE e Unione: una coperta troppo corta, che sta mettendo a vivo non poche tensioni.

Stati Uniti in chiaroscuro, valore aggiunto dei rifugiati e paradossi alla Greca: parola all’FMI

Per approfondire questi temi, agli “Incontri di primavera2 di Washington euronews ha incontrato il vicedirettore del Fondo Monetario Internazionale, David Lipton.

Stefan Grobe, euronews
“A che punto si trova l’economia degli Stati Uniti, al termine dell’era Obama? E quali sfide attenderanno la prossima amministrazione? Sentiamo spesso dire, in questa campagna per le primarie, che le cifre sono truccate e che la situazione è peggiore di quanto suggeriscano i numeri dell’occupazione. Lei cosa ne pensa?”.

David Lipton, vicedirettore dell’FMI
“Riteniamo che l’economia stia crescendo in maniera piuttosto rassicurante. Le cifre si attestano ora sul 2,4% e ci attendiamo che lo stesso trend si confermi nel 2016. Si tratta di numeri che rivelano una ripresa solida e radicata. Certo, chiunque succederà al presidente Obama, un domani si troverà a ereditare non solo un’economia sana, ma anche numerose sfide sul lungo termine. Come stiamo vedendo nel corso della campagna per le primarie, c‘è un diffuso malcontento tra la popolazione. La classe media è in difficoltà”.

“I migranti, una risorsa per l’Europa che invecchia”

Stefan Grobe, euronews
“Una delle sfide con cui l’economia statunitense non si sta misurando è quella di assorbire l’ondata di rifugiati siriani che si sta invece riversando sull’Europa. È una sfida che sta mettendo alla prova mercato del lavoro, interventi politici e struttura socio-demografica dei paesi europei. L’FMI è soddisfatto di come l’Europa sta gestendo questa crisi, sul piano economico?”.

David Lipton, vicedirettore dell’FMI
“Ritengo che il ruolo guida in proposito assunto dalla Germania sia stato di grande importanza. Ci sono questioni, anche di rilievo, come i controlli alle frontiere e la ripartizione dei rifugiati, che devono essere ancora risolte. È però intanto fondamentale che ogni paese metta a frutto questi arrivi nel miglior modo possibile. In alcuni casi, possono rivelarsi preziosi per l’economia e compensare il calo di forza lavoro dovuto all’invecchiamento della società. Perché ciò possa avvenire è però anzitutto necessario che queste persone siano bene accette, vengano formate e poi venga dato loro un lavoro. Abbiamo condotto degli studi che mostrano come l’immigrazione, se ben gestita, sul lungo termine può rivelarsi una marcia in più per l’Europa. E spero che sarà questo il caso”.

“Schizofrenia tra obiettivi politici e impegni legali: la Grecia paga più di quanto potrebbe”

Stefan Grobe, euronews
“Parliamo infine anche della Grecia: di recente abbiamo assistito a tensioni tra Atene e l’FMI, ma anche a disaccordi tra l’FMI e l’Unione Europea. Cosa ne pensa: ritiene che sia possibile arrivare a una soluzione senza una ristrutturazione del debito?”.

David Lipton, vicedirettore dell’FMI
“Ci piacerebbe aiutare la Grecia a sormontare questo problema. Perché ciò possa avvenire, dovranno però anzitutto apportare ancora qualche ritocco al bilancio, adottando ulteriori riforme. Ci si deve poi anche accertare che i rimborsi per cui Atene si impegna siano in linea con i suoi obiettivi di bilancio, perché è solo partendo da questi ultimi che si potrà definire l’ammontare di quanto potrà realmente restituire ogni anno ai creditori internazionali. Al momento gli accordi impegnano Atene a versare interessi, che di per sé sono già superiori a quanto potrebbe ripagare se centrasse gli obiettivi di bilancio fissati ad agosto. Da una parte, l’Europa ha cioé siglato con la Grecia una serie di accordi, politici, per impegnarla a raggiungere determinati obiettivi di bilancio. Allo stesso tempo, Atene è però vincolata anche da una serie di accordi, legali, che di fatto la impegnano a ripagare più di quanto stabilito a livello politico. Ed è proprio questa incongruenza che va sanata”.

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