È appeso a un filo il futuro politico della Presidente brasiliana, Dilma Rousseff. Il Tribunale Supremo federale ha bocciato gran parte dei ricorsi
È appeso a un filo il futuro politico della Presidente brasiliana, Dilma Rousseff. Il Tribunale Supremo federale ha bocciato gran parte dei ricorsi avanzati dal governo per evitare la procedura di impeachment. Il Parlamento di Brasilia intanto inizierà oggi ad esaminare i termini del processo per chiedere le dimissioni della Presidente. Il voto, salvo colpi di scena, è previsto entro domenica.
“Penso che riusciremo a raccogliere i voti necessari – dice António Carlos Gomes da Silva, del partito di opposizione PRB – per destituire la presidente Dilma Rousseff, che consideriamo responsabile di un crimine: quello di non aver consultato il Parlamento nell’assegnazione e la gestione dei fondi delle banche statali”.
Dilma Rousseff è accusata di corruzione per le tangenti legate a Petrobras, la holding petrolifera brasiliana.
Ma i suoi sostenitori parlano di processo “illegale”.
“Ci sono due elementi che non lasciano dubbi sul fatto che stiamo assestando un duro colpo alla nostra Costituzione -precisa Paulo Pimenta del PT – Il primo è che il processo è stato aperto senza una reale base legale. Il secondo è che in Brasile c‘è la possibilità di mettere sotto impeachment un Presidente della Repubblica, ma solo quando ci sono le prove e non nel caso in cui si rileva la malafede o l’intenzione di commettere un crimine”.
Secondo i media brasiliani l’opposizione avrebbe già la maggioranza dei voti dei deputati del Parlamento per destituire Dilma Rousseff. Nel caso il processo di impeachment venisse approvato la parola passerà poi al Senato.