Migranti, Cantone: "La politica dell'emergenza favorisce le mafie"

Migranti, Cantone: "La politica dell'emergenza favorisce le mafie"
Di Sabrina Pisu
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Era il 1991 quando dall’Albania è iniziata l’ondata migratoria verso l’Italia. Il governo italiano continua a trattare il fenomeno come un’emergenza

Era il 1991 quando dall’Albania è iniziata l’ondata migratoria verso l’Italia. Il governo italiano continua a trattare il fenomeno come un’emergenza quando ormai di emergenza non si può più parlare. Solo delle politiche strutturali possono tenere mafie e corruzione lontano dal business che troppo spesso si è aperto ai danni di chi ha bisogno.

Sabrina Pisu ha intervistato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Sabrina Pisu: Nel giugno 2015, dopo la sua richiesta, il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, ha commissariato il Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo. Un appalto da cento milioni di euro alle cooperative finite nel mirino delle procure di Roma e di Catania con l’inchiesta Mafia Capitale. L’indagine ha svelato un sistema perfettamente collaudato per produrre consenso elettorale e denaro. Lei aveva dichiarato fin da subito la gara illegittima. Perché?

Raffaele Cantone: “Noi avevamo avuto un esposto che riguardava questa gara e avevamo verificato che il bando era stato costruito su criteri che ci sembravano tipici del cosiddetto ‘abito su misura. La gara che era stata costruita in modo da non consentire una partecipazione concorrenziale: non è un caso che partecipo’ una sola ditta con un ribasso di poco meno dell’1%. Le clausole che erano state indicate nel bando erano particolarmente limitative, riguardavo, per esempio, la distanza dal centro di cottura, una serie di requisiti relativi ai mediatori culturali, ovvero si richiedevano una serie di caratteristiche che ci sembravano troppo restrittive in relazione alle regole del Codice dei contratti. Le indagini di ‘mafia capitale’ hanno successivamente dimostrato che quei requisiti, cosi come noi avevamo già in parte individuato, erano sintomatici di un abito costruito su misura. Qui c’era evidentemente un fatto corruttivo che aveva comportato un significativo guadagno per i soggetti che avevano vinto l’appalto. L’appalto in questione era 100milioni ma è evidente che il giro di affari era maggiore e poi c’erano tutta una serie di attività che erano collegate anche alla gestione delle strutture amministrative, non stiamo parlando di un singolo appalto”.

Sabrina Pisu: Lei ha detto che tra le regioni più interessate c‘è la Campania, che è tra le più intenzionate dall’Autorità. Più a rischio sono i centri di accoglienza straordinaria in mano alle cooperative, perché?

Raffaele Cantone: Sono più a rischio perché si è trattato di strutture assolutamente raffazzonate e create ad hoc. C’era la necessità di individuare strutture dove mettere gli extracomunitari che arrivavano in Italia, e quelli assegnati a una certa provincia, sono state individuate spesso realtà che non avevano nessuna di queste caratteristiche e che venivano utilizzate nella logica di trovare un tetto da offrire a questi nostri fratelli sfortunati senza nessuna verifica effettiva dei presupposti. Era un po’ un modo per risolvere un’emergenza, che poteva avere persino un senso nella logica dell’emergenza ma che in certe realtà, e la Campania da quello che abbiamo verificato aveva queste caratteristiche, è finito per ingrassare soggetti che non necessariamente avevano i titoli. Noi stiamo ancora lavorando in Campania per una serie di affidamenti che sono stati fatti a una serie di centri, una serie di cooperative e onlus, anche li emergevano dati che evidenziano più che il coinvolgimento della criminalità, vere e proprie strutture che operavano con una logica truffaldina, strutture fatiscenti, inesistenti, create ad hoc solo per fingere di fare accoglienza o facendo un’accoglienza molto al di sotto delle possibilità. Per esempio nell’indagine fatta dalla procura di Napoli sulle strutture campane, emergeva che il titolare della struttura prendeva persino i cosiddetti poket money, ovvero si appropriava delle somme che dovevano essere consegnate ogni giorno ai migranti e li ha distratti per finalità personali. Elementi di questo tipo emergono anche in altre indagini giudiziarie.”

Sabrina Pisu: La politica dell’emergenza da sempre favorisce mafie e malaffare. Nel sistema di accoglienza dei migranti è stata accertata la presenza della grande criminalità organizzata?

Raffaele Cantone: Il sospetto verificando certe realtà è che ci possa essere uno zampino della criminalità organizzata. A oggi pero’ le indagini giudiziarie, tranne che nelle vicende romane, non lo fanno intravedere. Io credo che in relazione ai grossi guadagni economici è abbastanza difficile ritenere che in realtà in regioni in cui è particolarmente alto il tasso di criminalità organizzata la Camorra, la mafia, l’ndrangheta, la Sacra Corona Unita siano rimaste a guardare. Il tema vero è che la gestione dell’immigrazione viene fatta ancora con una logica tipica dell’emergenza malgrado ormai siamo da tempo oltre l’emergenza, è questo ha abbassato moltissimo e continua ad abbassare moltissimo il livello delle regole.”

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Dal CARA di Mineo alla Campania: come funziona il "business dei migranti"

Che cosa la Francia ha imparato dagli attentati del 2015

La transizione energetica al centro della campagna elettorale in Germania