I primi migranti rispediti in Turchia arrivati al centro di detenzione

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Di Andrea Neri
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La deportazione dei migranti arrivati illegalmente in Europa verso la Turchia, in base all’accordo tra Bruxelles e Ankara, dimostra d’essere

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La deportazione dei migranti arrivati illegalmente in Europa verso la Turchia, in base all’accordo tra Bruxelles e Ankara, dimostra d’essere un’operazione di estrema complessità dal punto di vista logistico-organizzativo.

Delle prime 202 persone trasferite in Turchia lunedì, 43 sono arrivate nel centro di detenzione della provincia di Smirne. Si tratti di cittadini provenienti da Afghanistan, Pakistan e Bangladesh che l’Europa considera “migranti economici”.

Secondo le stime del governo di Atene almeno 50.000 persone sono bloccate sul suo territorio: migranti arrivati illegalmente in Grecia dopo un viaggio via mare effettuato a rischio della vita e pagato migliaia di euro alla mafia degli scafisti.

Il destino dei primi migranti rispediti in Turchia non è ancora certo: una minoranza farà parte di quanti Ankara si è impegnata con l’Europa a mantenere sul proprio territorio; la maggioranza sarà a sua volta rispedita nei Paesi d’origine.

Amnesty International e varie associazioni umanitarie ma anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ricordano che l’Europa sta contravvenendo alle regole internazionali in materia di diritto d’asilo.

In base alla Convenzione di Ginevra infatti gli immigrati possono essere rispediti in un Paese terzo soltanto se questo può essere considerato sicuro e se rispetta i termini della Convenzione stessa.

La Turchia invece, che pure nel 1951 firmò il testo, non ha mai ratificato il protocollo ed accorda l’asilo esclusivamente ai cittadini europei, ha ricordato Geneviève Garrigos, Presidente di Amnesty International France.

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato ieri il Commissario Europeo per le politiche migratorie Dimitris Avramopoulos.

“Hanno piazzato del filo spinato per impedire a queste persone di attraversare i confini” ha detto Erdogan facendo evidentemente riferimento ai Paesi dell’Unione Europea. “Non sappiamo quante ne siano morte in mare ma ne abbiamo salvate almeno 100.000 dalle acque dell’Egeo. Li abbiamo soccorsi con le barche della nostra guardia costiera e continueremo a farlo” ha detto il Capo dello Stato.

L’accordo Ue-Turchia prevede che Ankara riceva inoltre 6 miliardi di euro in aiuti dall’Europa da qui al 2020.

Mettere in pratica l’accordo entrato in vigore il 20 marzo ha un costo stimato di 280 milioni di euro nei prossimi 6 mesi soltanto per la Grecia.

Quattromila agenti (1.500 dei quali sono ellenici) sono mobilitati per trattare le domande d’asilo.

Drammatica la carenza di figure cruciali come i traduttori: 22 quelli incaricati contro un bisogno stimato di 400.

E dall’entrata in vigore dell’accordo almeno altre 6.000 persone in fuga da guerra e povertà sono arrivate in Grecia.

1st wave of migrants deported from Greece to Turkey https://t.co/JWYvpQFwOqpic.twitter.com/F2tkYqxkXO

— CBC News (@CBCNews) 5 aprile 2016

Dozens of migrants are being deported from Greece back to Turkey because they didn't claim or qualify for asylum https://t.co/il8QQp9tco

— Los Angeles Times (@latimes) 4 aprile 2016

RAW VIDEO: First group of migrants deported from Europe arrive in Turkey: https://t.co/qpDoneIpCO

— The Associated Press (@AP) 4 aprile 2016

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