"Accelerare per giungere a un accordo con la Turchia". In 600 sbarcati a Pozzallo.
L’Europa cerca fuori dai suoi confini di tamponare la crisi migratoria che vede continui sbarchi di migliaia di persone sulle coste greche, bloccate nel territorio ellenico dalla chiusura della “rotta balcanica”.
Al di là dell’Egeo c‘è la Turchia, con la quale si tenta la via dell’accordo: soldi in cambio di una più attenta gestione dei confini. L’occasione è il consiglio europeo, ennesimo appuntamento decisivo.
Ne ridimensiona la portata il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, affermando che raggiungere un’intesa con la Turchia sarebbe importante, ma “non bisogna illudersi che possa improvvisamente risolvere la questione dei flussi” anche se “certamente ne potrà ridurre l’entità”.
“L’Europa che va su Marte – ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi, intervenuto alla Camera – si ferma a Idomeni. E vede un bambino costretto a essere lavato dalla propria mamma con una bottiglia d’acqua. Perché quel bambino viene partorito in uno dei campi profughi”.
E sull’accordo con Ankara: “noi abbiamo bisogno, quindi, di un’Europa che agevoli la conclusione con la Turchia. Mantenendo salda la propria coerenza e la fedeltà ai valori costitutivi”.
I riflettori sono più a est, ma anche il Canale di Sicilia rimane rotta della disperazione. La nave militare tedesca Frankfurt ha concluso lo sbarco a Pozzallo, nel ragusano, dei 616 migranti soccorsi, nell’ambito dell’operazione Triton, al largo delle coste libiche.