Una fragile tregua continua ad essere in vigore in Siria, nonostante il governo e i ribelli si accusino a vicenda di violarla. Il capo della
Una fragile tregua continua ad essere in vigore in Siria, nonostante il governo e i ribelli si accusino a vicenda di violarla.
Il capo della diplomazia statunitense John Kerry promette indagini sugli episodi e sulle affermazioni secondo cui il governo avrebbe ostacolato la consegna di aiuti.
Parlando a margine di un incontro con il suo omologo tedesco, Kerry ha inoltre affermato: “Voglio che sia chiaro che gli Stati Uniti considerano quella dei refugiati una crisi mondiale. Il primo impatto è stato sentito, ovviamente, dalla Giordania, dal Libano e dalla Turchia, che hanno portato un peso incredibile nel corso di questi 4 anni e mezzo e più di guerra.”
Nel complesso, comunque, secondo Washington e Mosca, il cessate il fuoco tiene.
Nel sud, nella zona di Deraa, da cui partì la rivolta anti-Assad, circa 1000 ribelli hanno accettato il piano del governo per la riconciliazione nazionale, hanno deposto le armi in cambio della garanzia di non essere perseguiti e hanno ricevuto aiuti umanitari.
Accordi simili erano stati raggiunti precedentemente in alcune aree intorno a Damasco e a Homs.