Usa 2016. Crisi di famiglia tra Repubblicani, accuse ed insulti Trump-Cruz

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Di Andrea Neri
Usa 2016. Crisi di famiglia tra Repubblicani, accuse ed insulti Trump-Cruz

A primarie appena cominciate negli Stati Uniti, in casa repubblicana la sfida tra Donald Trump e Ted Cruz degenera negli attacchi reciproci, nello sberleffo e nell’insulto. Il miliardario newyorkese, andato a dormire dopo la sconfitta in Iowa complimentandosi con Cruz, si è svegliato l’indomani accusandolo di frode.

“Sono convinto d’essere arrivato in testa, se si guarda bene. Ma queste frodi elettorali, cosa volete mai, i politici sono spietati, sono proprio spietati. Sono veramente spietati e sono una massa di furbetti, ve lo assicuro. Ed è proprio questo uno dei motivi per cui mi sono candidato. È uno dei motivi” ha detto Trump durante un comizio elettorale a Little Rock, in Arkansas, una tappa prima di recarsi in New Hampshire dove si terranno le prossime primarie.

In concreto Trump ha accusato il senatore del Texas, rigorosamente via Twitter, di aver pubblicato durante i causus in Iowa un comunicato in cui annunciava la rinuncia di Ben Carson alla corsa presidenziale invitando gli elettori di Carson a votare per sè. In realtà la Cnn aveva annunciato la decisione di Carson di non fare campagna in New Hampshire visto il risultato risibile previsto dai sondaggi.

“Ogni mattina mi sveglio e mi faccio quattro risate a leggere l’ultimo tweet di Donald” ha risposto Cruz. “Perchè sta perdendo. Guardate, noi abbiamo bisogno di un Comandante in Capo (“commander in chief”), non di un Capitan Twitter (“Twitterer in chief”). Abbiamo bisogno di qualcuno che con giudizio e con polso garantisca la sicurezza di questo Paese”.

Per il voto in New Hampshire del 9 febbraio intanto si profilano poche incertezze. Cruz non sembra aver alcuna possibilità di ripetere l’exploit: è dato al 12% rispetto ad una forchetta tra il 30% e il 38% per cento di Trump.