Clima: l'accordo di Parigi convince più i mercati che gli ambientalisti

Clima: l'accordo di Parigi convince più i mercati che gli ambientalisti
Di Salvatore Falco
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La comunità scientifica sottolinea l'incoerenza fra il limite di 1,5 gradi di riscaldamento e la traiettoria reale verso cui portano gli attuali impegni, più vicina ai 3 gradi

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Un accordo dalle buone intenzioni, ma che non prevede gli strumenti per metterle in atto. Il giorno dopo l’intesa planetaria firmata a Parigi per fermare il surriscaldamento del pianeta, le associazioni e i movimenti ambientalisti tirano le somme.

La comunità scientifica sottolinea l’incoerenza fra il limite di 1,5 gradi di riscaldamento e la traiettoria reale verso cui portano gli attuali impegni, più vicina ai 3 gradi.

The charts that show why the #COP21 climate talks matter https://t.co/3thzR5VcDZpic.twitter.com/mS0tcOLBUu

— BBC News (World) (@BBCWorld) December 12, 2015

“Provo sentimenti contrastanti. Quest’accordo è un buon punto di partenza, perché correvamo il rischio di una catastrofe senza avere un accordo. Tuttavia, quest’accordo non è abbastanza chiaro sugli obiettivi a lungo termine e sui metodi per raggiungere l’obiettivo degli 1,5 gradi – sostiene Jean-François Julliard, responsabile di GreenPeace France – Questa sera, non abbiamo risolto la questione del cambiamento climatico, non abbiamo salvato il pianeta e l’umanità del cambiamento climatico, questo sia chiaro. Ma abbiamo stabilito un nuovo punto di partenza e un nuovo obiettivo”.

“Questo accordo da solo non basta”, aggiunge Greenpeace, “le nazioni responsabili del riscaldamento globale hanno promesso un aiuto misero a chi oggi rischia la catastrofe”.

“È un accordo di scopo – spiega il commissario europeo, Miguel Arias Cañete – Le cose possono essere perfette, ma la perfezione è molto difficile da raggiungere. Quest’accordo è funzionale e rappresenta un grande passo rispetto a Kyoto”.

I paesi più ricchi aiuteranno a finanziare le politiche ambientali dei Paesi più poveri con almeno 100 miliardi di dollari l’anno.

I più ottimisti sono i mercati: secondo uno studio della Barclays, se le promesse saranno realizzate ci sarà un cambiamento epocale nella allocazione dei capitali. L’industria dei combustibili fossili potrebbe perdere 34mila miliardi di dollari di ricavi nel prossimo quarto di secolo.

SCHEDA: I gas a effetto Serra euronews</a> <a href="https://twitter.com/euronewsit">euronewsithttps://t.co/x7GkGVO2FU

— Salvatore Falco (@sfalcoEN) December 13, 2015

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