Al confine greco-macedone di Idomeni alcune migliaia di ‘migranti economici’ non possono proseguire il loro viaggio lungo la rotta balcanica. Nasim è
Al confine greco-macedone di Idomeni alcune migliaia di ‘migranti economici’ non possono proseguire il loro viaggio lungo la rotta balcanica.
Nasim è iraniana, suo marito Abos è afgano. Lei non può passare la frontiera perché il suo non è un Paese in guerra. L’alternativa per loro è dividersi o essere rimpatriati insieme in Iran.
“Per noi passare la frontiera è un problema perché dicono ‘tu sei iraniana e tuo marito è afgano’ – spiega Nasim – E dicono, ‘che ci dobbiamo separare se desideriamo passare’. E noi non vogliamo questo. Vogliamo restare insieme”.
Il governo greco ha chiesto all’Unione europea l’aiuto di mezzi navali e di personale per la verifica delle richieste d’asilo e respinge le critiche di ostruzionismo.
“Da maggio la Grecia sta insistentemente chiedendo un aiuto tecnico, tecnologico e di personale – dice il vice ministro degli Esteri greco, Nikos Xydakis – E quello che ha ricevuto dall’Europa è di gran lunga inferiore a quello che è stato chiesto”.
L’inverno non ferma il flusso incessante di profughi lungo la rotta balcanica. E dopo la decisione della Macedonia di consentire l’ingresso nel Paese ai soli profughi provenienti da zone di guerra cresce l’esasperazione tra i cittadini pachistani, iraniani, marocchini e somali.