Scure del Vaticano sul prete gay. L'outing gli costa gli incarichi alla Santa Sede

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Di Diego Giuliani
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Il polacco Krysztof Charasma si era confidato alla stampa: "Parlo per scuotere una chiesa paranoica e in ritardo sul tema dell'omosessualità"

E' stata una decisione molto personale e ancora più dura in una realtà omofobica come quella della Chiesa cattolica

Sospeso da tutte le sue funzioni presso la Santa Sede, per aver dichiarato in pubblico di essere omosessuale. Se l’obiettivo ufficialmente dichiarato dal Vaticano era alleggerire le pressioni sul Sinodo della famiglia che si apre domenica, la scure delle autorità pontificie sta al momento regalando ulteriore notorietà al caso del prete polacco, che ha fatto outing a mezzo stampa.

“Io ho fatto coming-out – ha detto monsignor Krysztof Charasma a un’affollatissima conferenza stampa, convocata in un ristorante di Roma -. Si è trattato di una decisione personalissima, che in un mondo molto omofobico come quello della Chiesa cattolica, è stata molto difficile e molto dura. Chiedo di tener presente questa realtà che è difficile da comprendere per coloro che non hanno vissuto un tale passaggio nella propria vita”.

Finora anche ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede e docente presso due università pontificie, monsignor Krysztof Charasma aveva motivato il suo coming out con la volontà di scuotere una chiesa che giudica “paranoica” e “in ritardo” sul tema dell’omosessualità.

Nel confidarsi al Corriere della Sera e alla versione polacca di Newsweek, il prelato aveva detto di sapere che le sue rivelazioni gli sarebbero costate il ministero, che pure, aveva aggiunto, “è tutta la mia vita”. L’amore omossessuale deve essere riconosciuto dalla Chiesa, l’appello che ha lanciato, perché “odiare le minoranze sessuali equivale a odiare una parte dell’umanità”.

La sala stampa vaticana ha fatto sapere che a decidere se potrà conservare l’abito talare saranno ora i superiori gerarchici della sua diocesi.

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