È l’uomo del ritorno al potere del centro-destra in Portogallo. Pedro Passos Coelho, economista sostenitore delle ricette neo-liberiste, vince le
È l’uomo del ritorno al potere del centro-destra in Portogallo. Pedro Passos Coelho, economista sostenitore delle ricette neo-liberiste, vince le elezioni politiche nel 2011, dopo 6 anni di governo socialista e mentre il Portogallo sprofonda in una crisi economica che minaccia la sua permanenza nell’euro.
Con lui il Partito Social-Democratico ottiene i suoi migliori risultati in 20 anni, ma, a un soffio dalla maggioranza assoluta, deve accontentarsi di governare in coalizione con il partito di estrema destra (CDS-PP) di Paulo Portas.
“Le nostre priorità sono chiare – precisa Coelho -; stabilizzare i conti pubblici, aiutare i più bisognosi, far crescere l’economia e creare posti di lavoro. Risponderemo alla grave situazione economica con un programma di stabilizzazione finanziaria.”
Con la sua maggioranza, serra i ranghi in parlamento per raggiungere la sostenibilità dei conti pubblici e la riduzione del debito pubblico conformemente al piano di salvataggio da 78 miliardi di euro siglato con l’Unione europea e il Fondo Monetario Internazionale.
Il premier annuncia misure dure e impopolari: “Il bilancio del 2012 taglierà le festività pagate per i dipendenti pubbici che guadagnano più di 1000 euro al mese.”
Nelle strade si susseguono le proteste, come quando Passos Coelho aumenta dall’11% al 18% i contributi a carico dei dipendenti e riduce quelli dei datori di lavoro (dal 23,75% al 18%). I malumori ci sono, ma non c‘è una mobilitazione di massa. E il premier tira dritto.
“Se mai dovessi perdere un’elezione – afferma – per salvare il Portogallo, come dicono, allora… al diavolo le elezioni! Ciò che conta è il Paese.”
Il suo appello ai cittadini perché “escano dalla zona della comodità” è una raccomandazione seguita dalla gente. Nel 2014, 2,3 milioni di portoghesi vivono all’estero. È il paese dell’Unione con il maggior numero di emigrati.
I sacrifici danno i loro frutti. Dopo 3 anni di austerità, il Portogallo si affranca dalla tutela internazionale.
“Il 17 maggio 2014 – dichiara Coelho in quella data – resterà nella nostra storia come il giorno di tutti i portoghesi, perché senza i loro sforzi, non saremmo arrivati così lontano. Non sarà né il giorno del governo, né di un partito politico. Sarà il giorno di tutti voi.”