"In fuga dalla Russia": parla Kutepova, la sua Ong è nella lista nera di Putin

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“Ho lasciato la Russia in assoluta riservatezza, nessuno sapevo che stavo andando via”: racconta il suo dramma a euronews Nadezhda Kutepova

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“Ho lasciato la Russia in assoluta riservatezza, nessuno sapevo che stavo andando via”: racconta il suo dramma a euronews Nadezhda Kutepova, presidente della Ong russa “Planeta Nadezhd” che significa “Il pianeta delle speranze” fuggita in Francia con i suoi tre figli. La sua associazione è nata quindici anni fa e ha svolto un lavoro di denuncia sull’attività di inquinamento radioattivo del complesso russo di Mayak nella provincia di Chelyabinsk, negli Urali. Si è, inoltre, impegnata a difendere le vittime di questo grande disastro nucleare. La sua ong è finita nella lista nera di Putin.

Kutepova’s NGO helped victims of a Russian nuclear accident

Nadezhda Kutepova, nata nel 1972, è fuggita su consiglio del suo avvocato dopo che la sua ong è stata classificata come “agente straniero” dalle autorità. Lei è stata pubblicamente accusata di spionaggio ovvero di avere rivelato “segreti industriali”. “I miei figli sono solamente affidati solo a me, non ho altri parenti. Nel caso in cui fossi stata arrestata, sarebbero stati portati in orfanotrofio e io non volevo questo per loro. Ho fatto le valigie e mi sono rivolta alle associazioni per i diritti umani, sono loro ad aver comprato i biglietti per noi”, spiega a euronews.

An earlier picture of Kutepova with her children

“Non vivo bene in Francia, ho lasciato la Russia senza un soldo, non ho niente”, prosegue dicendosi preoccupata per la sua situazione dato che il suo visto scadrà alla fine di settembre. La sua speranza è di riuscire a ottenere l’asilo politico e rimanere in Francia. La fuga di Kutepova è stata inevitabile dopo il giro di vite di Mosca sulle Organizzazioni non governative (Ong) che ricevono fondi anche dall’estero. Le ong finanziate dall’estero sono considerate da Putin uno strumento in mano all’Occidente per fare ingerenze nella vita politica russa. La legge, firmata dal presidente Putin lo scorso maggio, prevede la possibilità di bandire le ong straniere e prevede sei anni di carcere per i dipendenti delle ong ritenuti colpevoli di lavorare per “agenti stranieri”. In altre parole, le autorità hanno il potere di bloccare le ong straniere e internazionali considerate una minaccia per la sicurezza della Russia.

La legge è stata condannata sia dall’Unione europea che dagli Stati Uniti. Già nel 2012 in Russia era stata approvata una controversa norma che sottopone a uno severo controllo le ong che esercitano attività politica e ricevono fondi stranieri. La legge, contestata dai difensori dei diritti umani e dall’opposizione liberale, è stata spesso usata come strumento per esercitare pressioni sulle organizzazioni scomode per il Cremlino. L’espressione “agente straniero” in epoca sovietica veniva usata per indicare le spie.

Al microfono di euronews difende la norma Alexander Sidyakin, uno dei deputati fautori della controversa norma: “Credo che questa legge funzioni. Ci sono attualmente solo 74 ong nella lista degli ‘agenti stranieri’. Il fatto che esistano due requisiti per registrarsi come agente straniero – beneficiare dei fondi esteri e impegnarsi in attività politiche – sgombra il campo da qualunque ambiguità nell’applicazione della legge stessa”.

La legge impone alle Ong di registrarsi come “agenti stranieri”, Nadezhda Kutepova si è rifiutata di registrare la sua ong, ricevendo una sanzione molto costosa che non è stata in grado di pagare. Kutepova ha deciso quindi di liquidare la sua associazione. “È stato molto frustante”, racconta ancora a euronews, “speravamo che non finissimo in quella lista perché non facevamo attività politica. Provo del risentimento perché credo di aver fatto molto per la tutela dei diritti umani, per aiutare le vittime di inquinamento nucleare”, dice ancora a euronews.

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