Spazio Schengen, trent'anni di libera circolazione in Europa

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L’eliminazione delle frontiere interne agli Stati membri, costituisce sin dall’inizio uno dei punti del primo pilastro su cui si fonda l’Unione

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L’eliminazione delle frontiere interne agli Stati membri, costituisce sin dall’inizio uno dei punti del primo pilastro su cui si fonda l’Unione europea. L’accordo di Schengen, viene firmato nell’omonima cittadina lussemburghese però soltanto il 14 giugno 1985 tra 5 Paesi: Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Belgio.

Per vederlo entrare in vigore si dovranno aspettare 11 anni. La Convenzione di Schengen diviene attiva, infatti, il 6 marzo 1997. Ad essa aderiscono anche Portogallo e Spagna. I cittadini di questi 7 Paesi sono autorizzati a muoversi liberamente al loro interno.

Da 5 Paesi originali, lo Spazio Schengen si allarga di anno in anno fino ad arrivare ai 26 membri attuali. Un territorio di 4 milioni di chilometri su cui vivono e si muovono oltre 400 milioni di cittadini. Tra i 26 Paesi dell’area Schengen, 4 non fanno parte dell’Unione europea. Tra i Paesi comunitari, invece, 4 sono ancora in attesa di ricevere l’ok per entrare e 2
Regno Unito e Irlanda hanno scelto deliberatamente di restarne fuori.

Con l’entrata in vigore dello Spazio Schengen vengono sospesi i controlli di routine alle dogane e di conseguenza anche quelli sui documenti di identità dei cittadini comunitari, mentre si chiede ai Paesi di rafforzare la cooperazione per il controllo delle frontiere esterne. Nel testo firmato a Schengen, però, è prevista la clausola di sospensione temporaneo dell’accordo nel caso in cui esistano per il Paese membro rischi per la sicurezza nazionale.

La sospensione non può comunque protrarsi per più di 30 giorni. Nel 2011, dopo lo scoppio della Primavera Araba, la Francia riattiva temporaneamente i controlli alle frontiere con l’Italia. La misura serve a limitare l’afflusso dei migranti approdati in Europa dall’isola di Lampedusa, cui le autorità italiane hanno concesso visti di soggiorno temporanei.

Negli ultimi mesi cresce il numero dei leader europei a richiedere modifiche all’area Schengen. Bruxelles ha già ribadito la sua contrarietà a modificare quella che definisce l’anima dell’Unione europea. Come reazione cresce la protezione delle frontiere esterne, come la costruzione del muro tra Ungheria e Serbia sta a dimostrare.

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