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EUNavfor Med, la missione navale europea contro i trafficanti di essere umani

EUNavfor Med, la missione navale europea contro i trafficanti di essere umani
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Di Debora Gandini
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L’Unione Europea ha dichiarato ufficialmente battaglia contro i trafficanti di esseri umani. Via libera all’unanimità alla prima fase della missione

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L’Unione Europea ha dichiarato ufficialmente battaglia contro i trafficanti di esseri umani. Via libera all’unanimità alla prima fase della missione militare navale per combattere la tratta di migranti nel Mediterraneo. Obiettivo: la lotta agli scafisti come ha sottolineato l’alto rappresentante europeo per la politica estera, Federica Mogherini: “Voglio essere molto chiara: il target non sono gli immigrati ma coloro che stanno facendo soldi sulla loro pelle e troppo spesso anche sulla loro morte. Il nostro impegno è salvare vite umane”.

Soprannominata “EUNavfor Med”, questa forza di intervento avrà il suo quartier generale a Roma. Sarà composta da circa mille uomini, cinque navi da guerra, due sottomarini, tre aerei da pattugliamento marittimo, tre elicotteri, e due droni.

I primi mezzi dovrebbero essere dispiegati nel giro di una settimana. Lo scopo ultimo della missione sarà quello di bloccare i “barconi” nelle acque libiche. Con un particolare di non poco conto. Per fare questo si dovrà infatti attendere una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, il beneplacito della Russia e l’assenso di un governo di unità nazionale libico, la cui formazione non sembra così vicina, come spera invece l’Europa stessa. La seconda fase della missione riguarderà la cattura degli scafisti in acque internazionali mentre la terza in acque territoriali e interne della Libia.

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni da gennaio a fine maggio sono stati più di 100.000 gli immigrati che hanno attraversato il Mediterraneo su gommoni, carrette del mare. Senza contare le vittime, quasi 2.000.

La creazione di questa missione navale era stata decisa nel mese di aprile dopo il naufragio del peschereccio al largo della Sicilia, dove morirono quasi 900 immigrati. Un’emergenza che riguarda principalmente l’Italia ma non solo. I centri di accoglienza nel nostro paese sono al collasso e il premier Matteo Renzi ha nuovamente lanciato l’appello ai colleghi europei a non lasciare sola l’Italia.

Mentre si cerca un accordo sulla distribuzione dei rifugiati tra i vari Stati membri il ministro dell’Interno francese insiste che la frontiera con l’Italia a Ventimiglia non è assolutamente bloccata.

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