La speranza di una fine al conflitto nello Yemen appare più vicina, con l’annuncio di colloqui di pace che si terranno a fine mese a Ginevra, sotto
La speranza di una fine al conflitto nello Yemen appare più vicina, con l’annuncio di colloqui di pace che si terranno a fine mese a Ginevra, sotto l’egida dell’Onu.
La notizia coincide con la riapertura temporanea dell’aereoporto di Sanaa, che ha consentito il rimpatrio di centinaia di yemeniti bloccati all’estero.
“Abbiamo passato settimane ammassati in una stanza in 35 – racconta una donna rientrata dall’Egitto – tra di noi, c’erano quattro persone malate, anche bambini che soffrivano di cuore”.
Mercoledì, a New York, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha invitato tutte le fazioni yemenite a partecipare ai negoziati del 28 maggio, senza pre-condizioni. Ancora non è chiaro se gli Houthi accetteranno.
Quello che è certo è che non ci sarà l’Iran. Il rappresentante saudita al Palazzo di vetro, Abdullah Al-Mouallimi, è stato esplicito: “Teheran non ha un ruolo costruttivo, pertanto non sarà premiato con un posto al tavolo negoziale”.
Intanto, il Programma alimentare mondiale fa un bilancio della tregua umanitaria di 120 ore che si è conclusa domenica nello Yemen. L’agenzia dell’Onu ha consegnato cibo a 400mila persone, ma avverte: troppa gente rischia la fame.