Iran: l'opinione "con accordo Repubblica islamica più forte"

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Di Salvatore Falco Agenzie:  NIMA GHADAKPOUR
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Un vero e risolutivo accordo sul nucleare iraniano dovrà superare gli ostacoli posti dagli ambienti più conservatori, tanto a Tehran quanto a

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Un vero e risolutivo accordo sul nucleare iraniano dovrà superare gli ostacoli posti dagli ambienti più conservatori, tanto a Tehran quanto a Washington.

E’ questa l’opinione di Sadegh Zibakalalm, esperto di politica internazionale e docente universitario, intervistato da euronews.

Perché l’accordo regga alla prova del tempo, deve soddisfare le esigenze di Iran e Stati Uniti, senza che i governi dei due Paesi perdano la faccia con i reciproci detrattori.

Per tutti, una sola certezza: rinunciare senza provarci, sarebbe stata una sconfitta.

Seen on euronews</a>: World powers struggle to strike deal with Iran over nuclear programme <a href="http://t.co/mvDf7KBfR4">http://t.co/mvDf7KBfR4</a> <a href="http://t.co/y6gis3zE9T">pic.twitter.com/y6gis3zE9T</a></p>&mdash; Edmund-Graham (GrahamEdmund) April 2, 2015

Nima Ghadakpour, euronews: “Nel pieno dei negoziati sul programma nucleare iraniano ci colleghiamo con Teheran dove è nostro ospite Sadegh Zibakalalm, analista politico e docente dell’Università di Teheran. Nonostante i grandi progressi compiuti, restano nodi importanti. Secondo lei, cosa blocca l’accordo tra l’iran e i Paesi del 5+1?”

Sadegh Zibakalam, professore di Scienze Politiche all’Università di Teheran: “Il primo ostacolo è la mancanza di fiducia reciproca tra l’Iran e gli Stati Uniti da ormai 36 anni. Ma negli ultimi 19 mesi, gli americani si trovano a dialogare con un governo verso il quale nutrono fiducia. E se ci sarà un accordo sul nucleare, potranno contare su questo governo. Ma i diplomatici impegnati nel negoziato devono fare i conti con i gruppi ultra-conservatori in entrambi i Paesi. L’amministrazione Obama sente la pressione dei neoconservatori e di Israele, ecco perché gli Stati Uniti vogliono un accordo che sia rassicurante per tutti. Questo significa impedire all’Iran di sviluppare la capacità di realizzare un’arma nucleare in breve tempo. Sul versante iraniano, invece, il regime vuole rimuovere al più presto le sanzioni”.

euronews: “Il ministro dell’intelligence israeliano ha detto che, con un accordo a Losanna, la possibilità di un attacco militare rimane sul tavolo. A suo parere, qual è il messaggio di Israele ai negoziatori in Svizzera?”

Sadegh Zibakalam: “Ascolti, i falchi di entrambe le parti procedono allo stesso modo. In Iran ieri, il generale Naghdi, il comandante della milizia armata Basij, ha detto, ancora una volta, di voler cancellare Israele dalla carta geografica. A mio avviso non è questo il momento di parlare in questi termini mentre l’Iran è impegnato in un negoziato. E questo vale anche per il ministro dell’Intelligence israeliano. Il momento è delicato, tutti coloro che vogliono la fine della Repubblica Islamica sono irritati all’idea di un accordo sul nucleare. E il governo di Israele ne è un esempio. Dunque, quelli che vogliono vedere la caduta del regime in Iran, con un accordo si troverebbero di fronte alla realtà: la Repubblica islamica è più forte e sta progredendo”.

euronews: “Lei è a Teheran. Un’ultima domanda, qual è l’aspettativa del popolo iraniano verso questa trattativa?”

Sadegh Zibakalam: “Nonostante il fatto che questa settimana gli iraniani festeggiano il nuovo anno e sono in vacanza, molte persone, durante le celebrazioni per il Nouruz ascoltano la radio e guardano la TV in attesa del risultato che verrà fuori da questa maratona di Losanna. Penso che, dai tempi della guerra tra Iran e Iraq, dal 1980 al 1988, non ci sia mai stata questa osmosi tra popolo e governo iraniano su un argomento così delicato”.

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