Un discorso sul quale, come lo stesso interessato aveva detto ieri, si erano versati fiumi d’inchiostro ancora prima che fosse pronunciato. Sarà per
Un discorso sul quale, come lo stesso interessato aveva detto ieri, si erano versati fiumi d’inchiostro ancora prima che fosse pronunciato. Sarà per questo che, dopo l’intervento di Benjamin Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti, le reazioni sono state perfettamente coerenti rispetto alle attese.
“Credo sia stato un discorso eccellente” ha detto il repubblicano Peter King, membro della Camera dei rappresentanti. “Sono al Congresso da 23 anni, e questo è stato il discorso più forte che abbia sentito fare a un leader straniero. Ovviamente Netanyahu era in una posizione molto sensibile ma credo che abbia gestito la situazione molto bene. È stato rispettoso ma fermo e deciso”.
Aspettative e reazioni opposte quella della democratica Dianne Feinstein, Senatrice dal 1992: “Quel che speravo che avrebbe fatto era indicare una soluzione migliore, un piano specifico. In secondo luogo, in caso di mancato accordo, che indicasse come poter controllare l’area, come fermare l’Iran se tentasse di ottenere la bomba”.
Il nostro corrispondente a Washington Stefan Grobe: “Le reazioni al discorso del Premier Netanyahu si sono sostanzialmente allineate alle posizioni di partito, con i Repubblicani molto più entusiasti dei Democratici. In ogni caso l’impressione sui membri del Congresso è stata innegabile”.