Si è tenuta a Parigi la riunione del gruppo “formato Normandia“sull’Ucraina. Obiettivo dell’incontro, a cui hanno partecipato i ministri degli esteri di Francia, Germania, Russia e Ucraina, era quello di esaminare la situazione dell’applicazione degli accordi di Minsk.
L’obiettivo era quello di rinforzare il ruolo di monitoraggio dell’Osce nel paese e un nuovo appello per un rispetto di una tregua rinviata troppo a lungo, oltre al ritiro delle armi pesanti e al rilascio dei prigionieri. È mancata unità nel condannare gli eventi di Debaltseve dove i lealisti hanno dovuto ritirarsi.
Ha detto il ministro francese Fabius: “Ci auguriamo un rafforzamento della missione dell’OSCE. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di cooperare con l’Osce per permettere all’organizzazione di completare il proprio mandato, soprattutto per ciò che consiste la verifica e il ritiro degli armamenti pesanti dal fronte”.
Molte aspettative, ma poche certezze come traspare dalle parole del suo omologo tedesco.
Così il ministro degli esteri Steinmeier: “Se si realizzerà il ritiro delle armi pesanti, si ridurrà il rischio di violazioni della tregua e al contempo un passo avanti nel ricostruire la fiducia fra le due parti in conflitto”.
Firmati il 12 febbraio scorso, gli accordi di Minsk 2 prevedono la creazione di una zona-cuscinetto smilitarizzata, da 50 a 140 chilometri. Una clausola difficilmente applicabile per motivi strategici. Difficile ad esempio che i separatisti accettino di ritirarsi da Debaltseve appena catturata e strappata agli avversari.