Tra le migliaia di bandiere francesi nella grande marcia di Parigi, spuntava anche la stella di David. C‘è paura e rabbia nella comunità ebraica
Tra le migliaia di bandiere francesi nella grande marcia di Parigi, spuntava anche la stella di David.
C‘è paura e rabbia nella comunità ebraica francese, tra la voglia di reagire e la tentazione di andarsene.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dice che Israele è “la loro casa” e ha accettato la richiesta delle famiglie di seppellire a Gerusalemme i corpi delle quattro vittime del supermarket kosher, dove si è recato prima di ripartire per Tel Aviv.
“È una reazione di solidarietà, è giusto che Netanyahu sia venuto, questo ci rassicura un po’ – dice un abitante di Parigi – Sappiamo che siamo sostenuti e questo riscalda il cuore”.
“La cosa più importante è che ora siamo al sicuro, anche se solo per il momento – aggiunge un altro parigino appartenete alla comunità ebraica – Ora abbiamo bisogno che la polizia faccia il proprio lavoro al meglio, e intervenga in profondità, nelle banlieues. Questo è un cancro”.
La Grande Sinagoga di Parigi sabato scorso è rimasta chiusa per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. A Parigi ha paura anche chi è abituato a vivere con la paura.
“Questa visita è stata molto importante per noi. Prima di tutto per mostrare la nostra solidarietà al popolo francese e al suo governo – dice il portavoce di Netanyahu, Mark Regev, intervistato dal giornalista di euronews, Fabien Farge – Così come i francesi, anche la comunità ebraica francese sta attraversando un momento di grande difficoltà”.
“Questo non è un fenomeno limitato a uno o due Paesi. Si tratta di una minaccia globale – conclude Regev parlando ai microfoni di euronews – È quindi fondamentale partire da quello che abbiamo visto ieri, la marcia di solidarietà con tutti i leader, e agire concretamente. Cioé, un’azione coordinata di tutti governi contro questi estremisti islamici che minacciano tutti”.
Il fenomeno dell’emigrazione degli ebrei è già noto e i numeri, in Francia, salgono. Nel 2013 l’emigrazione ha toccato quota 4.000 persone, nel 2014 è arrivata a 7.000. La Francia ha avuto una enorme immigrazione di origine nordafricana e magrebina e ha la più grande comunità ebraica d’Europa. La convivenza è peggiorata e molti hanno deciso di lasciare.