Gli effetti della crisi economica sull'istruzione

Gli effetti della crisi economica sull'istruzione
Di Euronews

La crisi economica globale sta avendo un grande impatto sull’istruzione. La spesa pubblica viene ridotta e le scuole non sono state risparmiate. Mentre gli studenti scendono in strada, i governi hanno difficoltà a garantire il diritto fondamentale all’istruzione. Abbiamo visitato due Paesi particolarmente colpiti dalla crisi e con un’esperta abbiamo parlato dei futuri scenari dell’educazione.

- Grecia: “pane, istruzione e libertà”

In Grecia, anche l’istruzione subisce le ripercussioni delle misure di austerità. Irini Karioti, professoressa di letteratura in una scuola pubblica, afferma che sempre più scuole sono costrette a chiudere e sempre più colleghi rischiano di trovarsi senza lavoro. Dall’inizio dell’anno scolastico, Irini Karioti fa lezione usando le fotocopie perché i libri non sono disponibili. Le paga di tasca propria affinché gli allievi possano studiare.

Le “frodistiria” sono scuole private che a ogni allievo costano circa 4000 euro all’anno. Molti studenti le considerano inevitabili per colmare le lacune dell’insegnamento pubblico e potersi preparare agli esami di ingresso all’università.

Ma con la crisi seguire i corsi privati diventa molto difficile, mentre le scuole pubbliche non dispongono di finanziamenti sufficienti e molti studenti sognano di lasciare il Paese.

- Crisi e qualità dell’insegnamento, risponde Ellen Hazelkorn

La crisi economica oggi è forse la più grande sfida per i professori. Quale sarà l’impatto a lungo termine? Per saperne di più abbiamo parlato con la professoressa Ellen Hazelkorn, capo dell’unità di ricerca sulle politiche dell’istruzione superiore al Dublin Institute of Technology.

“Vediamo che molti governi, in risposta alla concorrenza globale, decidono di ristrutturare i sistemi di insegnamento superiore”, afferma Hazelkorn. “Quindi è stata posta grande enfasi sulle università di notorietà mondiale, considerate come una soluzione di successo in un’economia globale”.

“A causa di tutte queste questioni, le istituzioni private e le università devono ristrutturarsi, ridefinire le loro priorità, cercare finanziamenti”, spiega. “Cambiano i programmi, i contratti, la scelta delle materie si sta riducendo e ciò chiaramente sta avendo un impatto sugli studenti e sui timori riguardo alla qualità dell’insegnamento.

- Cile: la lotta per una scuola pubblica e di qualità

Un’istruzione pubblica e gratuita. Da aprile l’hanno rivendicata centinaia di migliaia di studenti cileni a Valparaiso, così come a Santiago. Un movimento vasto contro l’educazione nazionale erede di quella riformata sotto la dittatura. Pinochet affidò le scuole alle municipalità. Oggi solo il 25 per cento è finanziato con denaro pubblico. Nel 1993 inoltre è stato introdotto il co-finanziamento, ossia l’introduzione delle rette. Al Liceo Eduardo de la Barra, un istituto pubblico, ogni famiglia deve versare 7000 pesos al mese, l’equivalente di 12 euro, una somma che non tutti possono permettersi se si tiene conto che lo stipendio medio mensile si aggira sui 400 euro.

In tutto il Paese, gran parte della popolazione si è unita agli studenti sostenendo le loro rivendicazioni: scuola gratuita, pubblica e di qualità. Anche l’Unesco ha criticato il Cile: in un recente rapporto afferma che il processo di privatizzazione crea esclusione e diseguaglianze nel sistema scolastico.

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