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Von der Leyen e gli altri candidati si preparano al primo dibattito

Ursula von der Leyen ha lanciato la sua campagna con lo slogan: «Più di un'Unione. La nostra casa».
Ursula von der Leyen ha lanciato la sua campagna con lo slogan: «Più di un'Unione. La nostra casa». Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Oggi i principali contendenti alla presidenza della Commissione europea affronteranno l'attuale e capofila: Ursula von der Leyen

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Il dibattito avrà inizio alle 19 di oggi a Maastricht, nei Paesi Bassi: per la prima volta i candidati principali, anche detti Spitzenkandidaten secondo la locuzione tedescofona, confrontano i rispettivi progetti in vista delle elezioni del Parlamento europeo previste l'8 e il 9 giugno.

L'attitudine trasversale della presidente della Commissione europea

Ursula von der Leyen probabilmente dovrà rispondere ad attacchi da diversi fronti: a destra verranno stigmatizzate le politiche avviate attraverso il Green Deal; a sinistra verranno criticati i legami sempre più stretti tra il suo partito e le forze di estrema destra. 

Per una presidente in carica, un dibattito di questo tipo sarà una novità: negli ultimi cinque anni, infatti, von der Leyen ha potuto sfruttare il suo ruolo istituzionale nella Commissione per promuovere le politiche approvate dallo stesso organismo esecutivo comunitario. Il tutto cercando di mantenere ove possibile un consenso ampio sulle scelte adottate. 

Tale necessità l'ha portata ad essere una figura pragmatica e ideologicamente flessibile, e le ha permesso di stringere legami con i leader di destra e di sinistra, dal greco Kyriakos Mitsotakis allo spagnolo Pedro Sánchez, al fine di far avanzare la sua agenda, che in buona parte è stata effettivamente tradotta in fatti concreti. 

Le critiche per non aver partecipato abbastanza al dibattito

Di conseguenza, la presidente della Commissione di Bruxelles ha evitato di ricorrere a  posture "divisive" nel corso di questi anni, come capitato invece ai leader di partito. Una scelta confermata anche dalle critiche che sono state mosse spesso da alcuni eurodeputati, che hanno storto il naso di fronte al fatto che von der Leyen sia uscita a metà dalle sessioni plenarie e abbia lasciato ai suoi Commissari l'onere di rispondere alle domande scomode.

Venerdì scorso, con la campagna elettorale è in pieno svolgimento, il team elettorale di von der Leyen, presieduti polemicamente dal suo capo di gabinetto, in congedo non retribuito, ha svelato lo slogan ufficiale: «Più che un'Unione. La nostra casa», nonché nuove foto della candidata con la scritta "Ursula 2024" circondata da stelle gialle. Le immagini sono state immediatamente pubblicate su tutti gli account social del Partito popolare europeo (PPE). Ad eccezione di TikTok, l'app di condivisione video di proprietà cinese che è diventata un fenomeno tra gli adolescenti ma che pone problemi di sicurezza per i politici.

Per il PPE una campagna centrata su von der Leyen (che però non è candidata per un seggio parlamentare)

La scelta rappresenta un palese tentativo di personalizzare fortemente la campagna e porre von der Leyen: così il PPE spera di rimanere il gruppo più rappresentato nel Parlamento europeo. E ciò anche se, in realtà, la presidente della Commissione non è candidata per un seggio nell'emiciclo.

Nonostante il suo ruolo di primo piano a Bruxelles, che secondo i sondaggi dovrebbe mantenere stabili i propri consensi spera di poter riuscire a guidare uno dei più grandi Stati membri dell'Ue. Ad oggi, il Paese più popoloso governato da un politico del PPE è infatti la Polonia dopo la vittoria dello scorso anno di Donald Tusk. I cosiddetti «Big Four» (Germania, Francia, Italia e Spagna) sono nelle mani di partiti concorrenti.

Von der Leyen deve rispondere anche a critiche interne nel PPE

Von der Leyen, in ogni caso, può contare sul fatto di essere il volto più riconoscibile del PPE nel partito, come dimostra ora la campagna "Ursula 2024". La posizione centrale, tuttavia, contrasta con l'opposizione interna che hanno suscitato alcune sue scelte, tra cui il divieto graduale imposto ai motori termici, la legge sul ripristino della natura e una proposta ormai superata per ridurre l'uso di pesticidi.

Tuttavia, in mancanza di alternative concrete, il partito di centrodestra non poteva che puntare tutto su un secondo mandato di von der Leyen, che dovrebbe concentrarsi sulla competitività e sulla difesa: temi cari all'elettorato conservatore. «Prosperità. Sicurezza. Democrazia. Questo è ciò che interessa alla gente in questi tempi difficili. E questo è ciò che il PPE rappresenterà in queste elezioni», afferma la stessa von der Leyen in una citazione inclusa nel kit per i media della campagna.

Da un punto di vista procedurale, la nomina del presidente della Commissione europea dovrà essere prima concordata dal Consiglio europeo e successivamente confermata dal Parlamento, in un complesso processo in due fasi che richiede ai contendenti di essere fortemente di parte in campagna elettorale, costruttori di consenso all'indomani delle elezioni.

Oltre alle sue solide relazioni con le capitali, essenziali per l'approvazione del Consiglio europeo, von der Leyen sta anche beneficiando del profilo basso degli altri suoi concorrenti. Il contendente più agguerrito in gara sembra essere Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e i Diritti sociali, che corre per il Partito socialista europeo (PSE). Finora Schmit ha evitato attacchi diretti contro la suo attuale presidente e si è invece concentrato sui rapporti tra estrema destra e PPE.

Gli altri candidati che parteciperanno al dibattito

Al dibattito di Maastricht, co-ospitato da Politico Europe e Studio Europa, parteciperanno anche Marie-Agnes Strack-Zimmermann (Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa), Bas Eickhout (Partito dei Verdi europei), Anders Vistisen (Partito dell'Identità e della Democrazia), Walter Baier (Partito della Sinistra Europea), Maylis Roßberg (Alleanza libera europea) e Valeriu Ghilear țchi (Movimento politico cristiano europeo) sul palco.

Dopo l'evento, von der Leyen riprenderà il suo tour attraverso gli Stati membri, con Repubblica Ceca, Polonia e Italia come prossime destinazioni. Date le barriere linguistiche, la sua presenza nella campagna elettorale dovrebbe fungere da atto di sostegno ai partiti nazionali in lizza per i seggi in Parlamento.

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