Transizione ecologica: l'Europa deve rilanciare il settore minerario

Un escavatore nella più grande miniera della Grecia, fuori dalla città settentrionale di Kozani
Un escavatore nella più grande miniera della Grecia, fuori dalla città settentrionale di Kozani Diritti d'autore Thanassis Stavrakis/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Thanassis Stavrakis/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Indrabati Lahiri
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il rilancio del settore minerario nazionale europeo potrebbe ridurre la dipendenza del continente dalle terre rare cinesi, cruciali per la transizione ecologica, oltre a scongiurare volatilità dei prezzi e la perdita di competitività

PUBBLICITÀ

Il settore minerario europeo è in declino da diversi decenni, e ciò a causa di una serie di fattori. All'inizio del secolo scorso, l'Europa rappresentava circa il 40% della produzione mineraria mondiale. Ora è scesa al 3%

Il crescente dominio della Cina nella produzione e nella catena di approvvigionamento di batterie e terre rare rappresentauna minaccia per l'Europa, poiché contribuisce in modo significativo allo sviluppo di prodotti cinesi ma, al contempo, rende il continente (e con esso anche altre regioni del mondo) fortemente dipendente da Pechino per il reperimento di tali materie prime.

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che ha provocato l'imposizione di sanzioni europee contro il petrolio e il gas esportati da Mosca, ha reso palese ai decisori politici dell'Ue quanto quest'ultima dipendesse da Paesi terzi. E ha di conseguenza spinto a tentare di diversificare le vie di approvvigionamento. 

La Commissione europea spera ora di evitare una situazione simile con il litio e alcune terre rare fondamentali per la transizione ecologica. Il rilancio del settore minerario europeo, quindi, è diventato più importante che mai. LaPresidente della Commissione europea Ursula von der Leyen lo ha spiegato a chiare lettere presentando la normativa europea sulle materie prime critiche durante il suo discorso sullo stato dell'Unione del 2022: "Mai prima d'ora questo Parlamento aveva discusso lo stato della nostra Unione con una guerra sul suolo europeo. Il litio e le terre rare saranno presto più importanti rispetto a petrolio e del gas. La nostra domanda di tali materie prime, da sola, quintiplicherà entro il 2030", ha dichiarato la presidente della Commissione. "Dobbiamo evitare di diventare nuovamente dipendenti, come è successo con le fonti fossili".

La normativa riguarda 30 materie prime critiche, che l'Unione Europea ha classificato come tali a causa del rischio nelle politiche di approvvigionamento e dell'importanza economica delle stesse.

Perché il settore minerario europeo è diminuito nel corso degli anni?

Va detto che a contribuire alla forte contrazione del settore minerario europeo è stata la diminuzione di estrazione di carbone, in particolare quando il continente ha iniziato a orientarsi verso fonti di energia più sostenibili. E sebbene Polonia, Germania, Ucraina e Repubblica Ceca siano rimasti tra i maggiori produttori delle fonte fossile in Europa, dal 2012 la produzione di energia elettrica da carbone nell'UE è diminuita di circa un terzo, portando alla chiusura di diverse centrali e miniere non più necessarie.

Secondo la Commissione europea, nel 2022 l'UE ha prodotto circa 55 milioni di tonnellate di carbone fossile, con un calo dell'80% rispetto ai livelli del 1990.

Una centrale a carbone nei pressi della miniera di Garzweiler, in Germania
Una centrale a carbone nei pressi della miniera di Garzweiler, in GermaniaMartin Meissner/Copyright 2021 The AP. All rights reserved.

Con l'avanzare della transizione ecologica, anche gli investimenti dell'UE sono stati dirottati verso progetti e infrastrutture verdi, come turbine eoliche, pannelli solari. D'altro canto, gli investimenti nei combustibili fossili, sia da parte del governo che delle aziende private, si sono ridotti drasticamente.

La pandemia e la guerra in Ucraina hanno inoltre innescato un peggioramento della crisi energetica in Europa. La chiusura di numerose fonderie ha avuto un impatto negativo sui metalli ad alta intensità energetica, come l'alluminio e l'acciaio. A sua volta, ciò ha portato a una riduzione dell'estrazione di bauxite in Europa. Secondo l'International Aluminium Institute, nel 2023 il continente, compresa la Russia, ha prodotto circa 6,50 milioni di tonnellate di allumina, con un calo del 20,92% rispetto agli 8,22 milioni di tonnellate del 2022.

Inoltre, l'Europa presenta una notevole lentezza per quanto riguarda le licenze e le autorizzazioni minerarie: può essere necessario più di un decennio per ricevere un permesso. Si tratta di tempi molto più lunghi rispetto a Paesi come la Cina, il che può scoraggiare le società minerarie dal trasferirsi in Europa o dall'aumentare i loro investimenti nel continente.

Inoltre, l'Europa presente leggi molto severe in materia di ambiente e tutela del territorio, e le popolazioni locali non lesinano proteste contro le nuove miniere o l'espansione di quelle esistenti. Molti giacimenti di metalli e minerali critici, infatti, si trovano in prossimità di aree sensibili dal punto di vista ambientale: per questo i governi devono procedere con cautela quando si tratta di nuovi progetti di sfruttamento.

Anche perché l'Europa ha deciso di mantenere l'obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2030. "Soprattutto alla luce della crisi climatica e dell'alto tasso di perdita di biodiversità, la priorità non può essere semplicemente: più miniere, più miniere", ha dichiarato Michael Reckordt, responsabile della sezione materie prime dell'ONG PowerShift, secondo quanto riportato da Politico.

Come può l'Europa incentivare l'attività mineraria?

La normativa sulle materie prime critiche è uno degli atti legislativi più importanti che l'Europa abbia varato negli ultimi anni in materia di estrazione e produzione di terre rare. In sostanza, mira a ridurre in modo significativo la burocrazia e ad aumentare l'innovazione e l'esplorazione di materiali alternativi.

Si tratta soprattutto di garantire quadri più chiari e stabili per i progetti di riciclo e di estrazione, nonché di sistemi di autorizzazione più rapidi e semplici. È probabile che vengano annunciati anche incentivi economici e un maggiore sostegno alle piccole e medie imprese (PMI).

Le norme fissano infatti obiettivi ambiziosi di riciclo e mira a ridurre i rifiuti fin dall'inizio. In questo modo, spera di ridurre la domanda di nuove miniere.

Per lo sviluppo di energie rinnovabili sono fondamentali alcune terre rare
Per lo sviluppo di energie rinnovabili sono fondamentali alcune terre rareMichael Sohn/Copyright 2021 The AP. All rights reserved

Uno di questi progetti è il Susmagpro, finanziato dall'UE, che si è svolto lo scorso anno e si è concentrato sul riciclo dei magneti di terre rare utilizzati principalmente nelle turbine eoliche, nell'elettronica e nei motori delle auto elettriche. La Commissione europea ha dichiarato che l'obiettivo del progetto "è sviluppare una catena di approvvigionamento per il riciclo e dimostrare l'applicazione di questi nuovi materiali su scala pilota in una serie di settori. L'UE importa molti più magneti al neodimio-ferro-boro di quanti ne produca". Inoltre, il continente lavorerà per stabilire partenariati strategici con i Paesi terzi. Questo non solo può portare a significativi investimenti stranieri nel settore minerario europeo, ma può anche aumentare la condivisione delle conoscenze e attrarre manodopera altamente qualificata.

"Questa legislazione è un progetto di politica industriale per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime in Europa", ha dichiarato l'europarlamentare di Renew Nicola Beer a proposito della legge. "Con incentivi economici mirati, stiamo creando certezza nella pianificazione dei progetti per gli investitori privati, grazie a punti di contatto unici per le aziende e a procedure di autorizzazione rapide e semplici con scadenze chiare per le autorità nazionali", ha dichiarato l'eurodeputata di Renew, che ha aggiunto: "Questo darà impulso all'estrazione, alla lavorazione e al riciclo in Europa".

È probabile che vengano introdotte anche politiche minerarie più sostenibili, soprattutto a seguito delle proteste in Paesi come Serbia, Spagna, Svezia e Germania. Per quanto riguarda l'impatto dei progetti minerari sull'ambiente, Julia Klinger, assistente di geografia presso l'università del Delaware, come riportato da Politico, ha dichiarato: "Penso che dobbiamo guardare in modo molto più chiaro agli impatti a lungo termine. Se non ci prendiamo cura del problema fin dall'inizio, l'idea che l'Europa diventi un continente neutrale dal punto di vista climatico grazie all'approvvigionamento delle proprie materie prime critiche è condannata fin dall'inizio".

PUBBLICITÀ

Tuttavia, per raggiungere i propri obiettivi climatici e ridurre la dipendenza da altri Paesi come la Cina, l'Europa potrebbe aver bisogno di incrementare l'attività mineraria per attingere alle proprie riserve di terre rare.

I pericoli della dipendenza dall'estero

Nel 1987, l'allora leader cinese Deng Xiaoping disse: "Il Medio Oriente ha il petrolio, la Cina ha le terre rare". Questa affermazione si è rivelata azzeccata: la Cina è attualmente il leader mondiale nella produzione di minerali di tali materie prime, con circa il 60% della produzione mondiale: "In questo momento, se volessimo produrre terre rare nell'UE, queste dovrebbero passare attraverso la Cina (o almeno l'Asia) per alcune fasi di trasformazione in magneti", ha dichiarato Stephane Bourg, direttore del Servizio geologico francese, secondo quanto riportato da Investigate Europe.

"Nell'UE non ci sono impianti che trasformano l'ossido di terre rare in metallo di terre rare, il che rappresenta un passaggio cruciale, anche se tali progetti sono in cantiere", ha aggiunto Bourg, direttore del Servizio geologico francese, "Se oggi scaricassi 10mila tonnellate di ossido di neodimio nel vostro giardino, non sapreste cosa farvene".

La maggiore dipendenza europea dalla Cina per i minerali critici ha esposto il continente a rischi significativi come la volatilità dei prezzi, il blocco delle forniture e la perdita di competitività.

Un complesso minerario in Cina
Un complesso minerario in CinaNg Han Guan/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

Inoltre, la Cina può utilizzare la sua posizione dominante nella catena di approvvigionamento dei minerali di terre rare come strumento di negoziazione geopolitica o di pressione. Un esempio di ciò è stato nel 2010, quando Pechino ha vietato l'esportazione di minerali di terre rare al Giappone per circa due mesi a causa di un disaccordo sulla pesca.

PUBBLICITÀ

Anche le tensioni UE-Cina sono lentamente aumentate negli ultimi mesi, per una serie di motivi. Tra questi, il continuo sostegno della Cina alla Russia nella sua guerra contro l'Ucraina e l'aggressione nei confronti di Taiwan. Inoltre, le indagini dell'UE sui veicoli elettrici cinesi importati nel continente e le preoccupazioni sulla trasparenza dei dati e sull'accesso al mercato potrebbero peggiorare la situazione. In tal caso, per l'Europa potrebbe essere più difficile accedere alle terre rare: anche per questa ragione si punta ad aumentare l'offerta interna.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Terrorismo, a Madrid l'Europa ricorda le vittime nella giornata dedicata dall'Ue

Investimenti e transizione verde al centro del vertice dei Paesi Speca a Baku

Allarme dell'Agenzia internazionale dell'energia: "Necessario accelerare la transizione energetica"