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Guerra a Gaza: per Israele possibile accordo solo se Hamas libera almeno 33 ostaggi

edifici distrutti nella Striscia di Gaza
edifici distrutti nella Striscia di Gaza Diritti d'autore Mohammed Dahman/The AP
Diritti d'autore Mohammed Dahman/The AP
Di Euronews
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Al termine dei colloqui tra Israele e la delegazione egiziana, un alto funzionario israeliano ha detto ai media che il Paese accetterà un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi, tra donne, anziani e feriti

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Terminati i colloqui tra Israele e la delegazione egiziana per un accordo sugli ostaggi e una tregua a Gaza. Fonti israeliane li hanno definiti "molto buoni": un alto funzionario ha però dichiarato a Channel 12 che "si tratta dell'ultima opportunità" di raggiungere un accordo "prima che l'esercito entri a Rafah". Israele ha quindi chiarito agli egiziani che non permetterà a Hamas di perdere tempo o di "trascinare i piedi" per impedire l'operazione militare a Rafah.

Israele accetterà un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi

Israele si è detto pronto ad accettare un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi, tra donne, anziani e feriti

"Non permetteremo ad Hamas di parlare di 20 ostaggi come ha fatto" in precedenza, ha sottolineato l'alto funzionario israeliano a Channel 12. La fonte avrebbe dichiarato che lo Stato ebraico sarebbe disposto a concedere il ritorno dei palestinesi nel nord di Gaza e il ritiro dell'esercito dal Corridoio Netzarim che taglia in due la Striscia. 

I 18 Paesi: "L'accordo permetterà un cessate il fuoco prolungato"

Nel frattempo giovedì è stata rilasciata una dichiarazione congiunta di 18 Paesi che hanno chiesto ad Hamas di rilasciare gli ostaggi detenuti a Gaza, l'ultimo tentativo di pressione pubblica per far avanzare i negoziati su un potenziale cessate il fuoco con Israele. Le autorità statunitensi hanno fatto sapere che "c'è un accordo sul tavolo che porterebbe un cessate il fuoco immediato a Gaza, ma Hamas lo ha rifiutato". Da Tel Aviv i parenti di alcuni degli ostaggi hanno chiesto ad altri Paesi del mondo a unirsi ai 18. 

"La sorte degli ostaggi e della popolazione civile di Gaza, che è protetta dal diritto internazionale, è oggetto di preoccupazione a livello internazionale", si legge nel testo. "Sottolineiamo che l'accordo sul tavolo per il rilascio degli ostaggi porterebbe a un cessate il fuoco immediato e prolungato a Gaza, che faciliterebbe l'invio di ulteriore assistenza umanitaria necessaria in tutta Gaza e porterebbe alla fine credibile delle ostilità. I palestinesi sarebbero in grado di tornare alle loro case e alle loro terre con i preparativi necessari per garantire un riparo e le provviste umanitarie", scrivono i leader dei 18 Paesi firmatari.

"Sosteniamo con forza gli sforzi di mediazione in corso per riportare a casa il nostro popolo. Ribadiamo il nostro invito ad Hamas a rilasciare gli ostaggi e a porre fine a questa crisi in modo da poter concentrare collettivamente i nostri sforzi per portare pace e stabilità nella regione."

La dichiarazione è stata firmata dai leader di Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Thailandia, Regno Unito e Ungheria.

Hamas: "Ala militare dissolta se accolta la soluzione a due Stati"

Intervistato dall'Associated Press a Istanbul, in Turchia, l'alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya,ha detto che Hamas è pronto a "5 anni o più" di tregua con Israele e che, inoltre, "deporrà immediatamente le armi" e si convertirà in un partito politico il giorno in cui sarà creato uno Stato palestinese indipendente secondo la "soluzione dei due Stati".

Al-Hayya ha detto che Hamas vuole unirsi all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, guidata dalla fazione rivale Fatah, per formare un governo unificato per Gaza e la Cisgiordania. Ha detto che Hamas accetterebbe "uno Stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e il ritorno dei rifugiati palestinesi in conformità con le risoluzioni internazionali", lungo i confini di Israele precedenti al 1967. Se questo accadrà, ha detto, "l'ala militare del gruppo si dissolverà."

Al-Hayya non ha detto però se il suo apparente abbraccio di una soluzione a due Stati equivarrebbe alla fine del conflitto palestinese con Israele o a un passo intermedio verso l'obiettivo dichiarato del gruppo di distruggere Israele.

Nella fossa comune a Gaza circa 400 corpi

Nel frattempo, la Difesa civile di Gaza ha espresso la propria disponibilità ad assistere un'indagine internazionale indipendente, qualora venisse nominata, sulle fosse comuni scoperte di recente vicino all'ospedale Nasser a Khan Younis. Giovedì, la Difesa Civile ha affermato che sono già stati scoperti quasi 400 corpi. Molte persone visitano i siti di esumazione nella speranza di ritrovare i propri cari scomparsi.

All'inizio della settimana, le Nazioni Unite hanno chiesto "un'indagine chiara, trasparente e credibile". La parte palestinese sostiene che "molti" dei corpi portano prove di tortura, riferendosi alle operazioni militari israeliane all'interno degli ospedali. Israele respinge tali affermazioni come calunnie.

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