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Israele: "24 ore per evacuare il nord della Striscia". Allarme Onu: "Conseguenze devastanti"

I danni provocati dai bombardamenti israeliani su Gaza
I danni provocati dai bombardamenti israeliani su Gaza Diritti d'autore AP
Diritti d'autore AP
Di Euronews
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Israele ordina a oltre un milione di palestinesi di evacuare l'area intorno alla città di Gaza entro 24 ore. La preoccupazione delle Nazioni unite: "Facciano marcia indietro. Conseguenze umanitarie devastanti". L'iniziativa sembra anticipare un'offensiva di terra su larga scala

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Hamas ha dichiarato che almeno 13 degli ostaggi israeliani e stranieri tenuti prigionieri nel nord della Striscia di Gaza sono stati uccisi durante gli attacchi aerei israeliani delle ultime 24 ore. 

"Evacuare il nord della Striscia entro 24 ore"

Israele ha ordinato a oltre un milione di palestinesi di evacuare il nord della Striscia di Gaza entro le prossime 24 ore. A renderlo noto le Nazioni Unite, che hanno ricevuto un avviso da parte dell'esercito intorno alla mezzanotte israeliana (le 23 in Italia) e che hanno bollato la richiesta come "impossibile da soddisfare", sottolineando le "conseguenze umanitarie devastanti" di un simile movimento di persone. 

L'avvertimento infatti riguarda più di un milione di palestinesi, che dovrebbero lasciare l'area intorno alla città di Gaza, la più popolosa ma anche la più interessata dai bombardamenti, per spostarsi a sud. 

Le autorità militari hanno confermato l'ordine di evacuazione nelle prime ore di venerdì mattina, dicendo di averlo chiesto "per la sicurezza dei civili", perché non vengano coinvolti nei bombardamenti contro le basi di Hamas. 

Le Nazioni Unite lanciano un forte appello affinché un tale ordine venga ritirato per evitare un fatto che potrebbe trasformare ciò che è già una tragedia in una situazione disastrosa
Stephane Dujarric
Portavoce ONU

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni unite ha criticato molto duramente il comunicato dell'organizzazione. Gilad Erdan ha definito "una vergogna" la risposta contrariata dell'Onu all'avviso di Israele ai residenti di Gaza. 

"Per molti anni le Nazioni Unite hanno chiuso un occhio sull'armamento di Hamas e sul suo uso delle popolazioni civili e delle infrastrutture" per nascondere i miliziani e le armi. "Ora, invece di stare con Israele i cui cittadini sono stati massacrati dai terroristi di Hamas e che cerca ancora di ridurre al minimo i danni ai non combattenti, fanno la predica a Israele".

L’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, ha comunicato su X di aver spostato il suo principale centro operativo e lo staff internazionale a sud di Gaza per continuare le operazioni umanitarie in sicurezza. L'agenzia avverte Israele che deve proteggere i civili nelle scuole e nei rifugi dell'Onu. 

Hamas ha detto ai cittadini di non ascoltare gli avvertimenti israeliani sull'evacuazione. Un funzionario del movimento ha descritto l'ordine "falsa propaganda" e ha esortato gli abitanti del nord di Gaza a ignorarlo. 

Le bombe al fosforo

Sebbene l'esercito israeliano non l'abbia ancora annunciato ufficialmente, tutto lascia presagire un'offensiva terrestre. Il capo di Stato maggiore, in una dichiarazione giovedì, ha promesso: "Gaza non sarà più la stessa". 

Giovedì sono continuati i bombardamenti. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza i palestinesi i feriti dagli attacchi aerei sono quasi 7mila, quelli uccisi almeno 1500. Un terzo sono bambini. Gli sfollati hanno superato i 400mila. 

Human rights watch ha accusato Israele di utilizzare munizioni al fosforo bianco nelle sue operazioni militari a Gaza e in Libano, affermando che l'uso di tali armi espone i civili al rischio di lesioni gravi e a lungo termine. L'esercito israeliano ha affermato di "non essere attualmente a conoscenza dell'uso di armi contenenti fosforo bianco a Gaza".

L'assedio totale

Le Nazioni unite hanno definito la situazione "devastante". A Gaza non entrano più acqua, cibo, carburante ed energia elettrica e le scorte si stanno esaurendo "pericolosamente", ha avvertito il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (Wfp). 

Gli ospedali sono sull'orlo del collasso, in grande difficoltà non solo per il sovraccarico di pazienti, ma per la carenza di scorte, una su tutte l'energia elettrica. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) stima che il carburante che alimenta i generatori di emergenza della maggior parte delle strutture sanitarie possa esaurirsi nelle prossime ore. 

Gli israeliani affermano che l'isolamento durerà finché gli ostaggi di Hamas, circa 150 persone, non verranno rilasciati. Da più parti si moltiplicano le richieste a Israele di rispettare il diritto internazionale. Secondo la nazione ebraica, tuttavia, tutto si starebbe svolgendo nel rispetto degli standard.

La popolazione civile continua intanto a trovarsi intrappolata: i pochi varchi a disposizione sono stati chiusi, compreso quello di Rafah, che conduce in Egitto, danneggiato dagli attacchi aerei di Israele lo scorso 10 ottobre. Si starebbe mediando per un'interruzione dei bombardamenti nell'area, per far passare almeno gli aiuti umanitari. 

Gli operatori dell'Onu presenti sul posto stanno pagando un prezzo altissimo: l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha fatto sapere che dodici dei suoi dipendenti sono stati uccisi dall'inizio dei bombardamenti.

Come riportato all'Ansa da Sami Aboumar, mediatore culturale del Centro italiani di scambio culturale-Vik, che si trova sul posto, sono stati uccisi anche sette giornalisti che lavoravano nella Striscia di Gaza. 

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Diplomazia

Nei suoi primi commenti pubblici, giovedì il presidente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, Mahmoud Abbas, ha chiesto la "fine immediata delle aggressioni" contro i palestinesi. Durante un incontro ad Amman con il re Abdullah II di Giordania, ha condannato le violenze sui civili da entrambe le parti.  

Sempre giovedì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e ha confermato che gli Stati Uniti forniranno munizioni e risorse a Israele per difendersi. Anche Blinken è diretto in Giordania, dove venerdì incontrerà sia il re Abdullah II sia Abbas. Il viaggio proseguirà poi con altri incontri dei leader dell’area, compresi quelli di Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.

Venerdì arriveranno in Israele la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. È inoltre prevista la visita di diversi ministri degli Esteri europei e del segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Anche la delegazione europea dovrebbe proseguire il viaggio in Giordania.

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