Consiglio di Sicurezza Onu, veto degli Usa sull'adesione della Palestina alle Nazioni Unite

Il Commissario Generale della U.N. Relief and Works Agency for Palestine Refugees, Philippe Lazzarini, in alto a sinistra, si rivolge alla riunione del Consiglio di Sicurezza
Il Commissario Generale della U.N. Relief and Works Agency for Palestine Refugees, Philippe Lazzarini, in alto a sinistra, si rivolge alla riunione del Consiglio di Sicurezza Diritti d'autore Craig Ruttle/Copyright The AP 2024
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Di Stefania De Michele
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Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva poter contare su una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (nove via libera e nessun veto)

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Gli Stati Uniti hanno posto il veto su una di risoluzione del Consiglio di SicurezzaOnuche avrebbe aperto la strada alla piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite.

La breve bozza, presentata dall'Algeria, ha incassato 12 voti a favore (Algeria, Cina, Ecuador, Francia, Giappone, Guyana, Malta, Mozambico, Russia, Sierra Leone, Slovenia, Sud Corea), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il veto degli Stati Uniti.

L'ambasciatore algerino alle Nazioni Unite. Amar Bendjama, il rappresentante arabo al Consiglio che ha introdotto la risoluzione, ha detto che "la pace verrà dall'inclusione della Palestina, non dalla sua esclusione". Ma l'esito del voto è stato quello previsto.

Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva poter contare su una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (nove via libera e nessun veto) per essere poi approvata dall'Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

La risoluzione si proponeva di portare lo status dei palestinesi da Stato osservatore non membro a membro a pieno titolo.

"Ingiusto, immorale e ingiustificato", così la presidenza palestinese ha commentato il veto statunitense.

Il no degli Stati Uniti sulla Palestina al Consiglio di Sicurezza Onu

Il vice ambasciatore statunitense Robert Wood ha dichiarato al Consiglio che il veto degli Stati Uniti "non riflette l'opposizione alla creazione di uno Stato palestinese, ma è invece un riconoscimento del fatto che questo potrà avvenire solo attraverso negoziati diretti tra le parti".

Questo è il secondo tentativo palestinese di diventare membro a tutti gli effetti e arriva mentre la guerra a Gaza ha messo al centro il conflitto israelo-palestinese, che dura da oltre 75 anni.

Le voci a favore della Palestina

L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia si è espresso a favore della concessione della piena adesione della Palestina al Consiglio di Sicurezza, affermando che anche "la maggioranza assoluta della comunità globale" la sostiene.

Esercitando il veto, gli Stati Uniti mostrano di fare gli esclusivi interessi di Israele, ha dichiarato Nebenzia.

L'Egitto ha espresso "profondo rammarico" per l'incapacità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di approvare la risoluzione che riconosce uno Stato palestinese come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

In una dichiarazione, il ministero degli Esteri egiziano ha affermato che l'approvazione della richiesta della Palestina di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite è un passo fondamentale e "è un diritto intrinseco del popolo palestinese".

Intanto, a Gaza

Almeno sei persone sono state uccise negli attacchi israeliani contro i campi profughi di Shati e Nuseirat, nel centro di Gaza, e molte altre sono rimaste ferite.

L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha pubblicato giovedì 18 aprile un video che mostra i residenti di Gaza che tornano alle loro case per valutare i danni dopo il ritiro dell'esercito israeliano da Nuseirat. Il video mostra la devastazione del campo, con le persone che cercano di recuperare gli effetti personali tra le macerie degli edifici.

Le squadre della protezione civile di Gaza hanno dichiarato di aver recuperato tre corpi da sotto le macerie di una "casa famiglia" nel quartiere di Sheikh Radwan, a Gaza City, colpita in un attacco aereo israeliano.

Secondo le Nazioni Unite, il conflitto ha provocato lo sfollamento dell'85% della popolazione del territorio, in una situazione di grave carenza di cibo, acqua potabile e medicinali, mentre la maggior parte delle infrastrutture dell'enclave è stata danneggiata o distrutta.

Il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato giovedì che almeno 33.970 persone sono state uccise nel territorio durante più di sei mesi di guerra, 71 nelle ultime 24 ore.

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