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Nato, perchè l'adesione della Svezia è ancora bloccata?

Il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il negoziatore capo per l'adesione alla Nato Oscar Stenström.
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il negoziatore capo per l'adesione alla Nato Oscar Stenström. Diritti d'autore FREDRIK SANDBERG/-
Diritti d'autore FREDRIK SANDBERG/-
Di Euronews
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L'unico paese membro della NATO che si è espresso apertamente contro l'ingresso di Stoccolma è stata la Turchia.

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Finlandia e la Svezia hanno richiesto l'adesione alla Nato, spinte dalle minacce all loro sicurezza nazionale e ai rischi legati alla guerra in Ucraina. I due Paesi avevano inizialmente affermato che avrebbero affrontato il processo insieme. Il 4 aprile 2023, la Finlandia è diventata ufficialmente il 31° membro dell'alleanza. La Svezia, invece, sta ancora aspettando. Ma perchè l'ingresso di Stoccolma nella Nato è ancora bloccato?

Barriere all'ingresso

Dalla metà degli anni '90, Svezia e Finlandia hanno mantenuto stretti legami con l'Alleanza. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha definito questi due paesi "i più vicini al blocco".

Al vertice della Nato a Madrid nel giugno 2022, i membri dell'alleanza hanno votato quasi all'unanimità per l'ammissione di Svezia e Finlandia. Solo l'Ungheria ha espresso preoccupazione per una eventuale reazione russa, pur senza opporsi all'ingresso dei due Paesi nell'Alleanza. L'unico paese membro della NATO che si è espresso apertamente contro l'ingresso di Svezia e Finlandia è stata la Turchia. I suoi rappresentanti hanno affermato che questi Paesi ospitano militanti di organizzazioni che Ankara considera terroristiche (come il movimento PKK, PYD, YPG e Gülen) e ne hanno chiesto l'estradizione in Turchia. Un'altra condizione che Ankara ha posto a Stoccolma è stata la revoca dell'embargo sulle armi contro la Turchia, introdotto dalle autorità svedesi dopo l'intervento militare turco nel nord della Siria.

Il 29 giugno 2022 Svezia, Finlandia e Turchia hanno firmato a Madrid un memorandum tripartito che prevede la creazione di un "meccanismo congiunto permanente" tra i tre Paesi, per condurre una "lotta più efficace" contro il terrorismo e a consegnare alla Turchia gli attivisti curdi richiesti.

La risposta svedese alle richieste di Ankara

Dopo le elezioni dell'11 settembre 2022, il potere in Svezia è passato dai socialdemocratici a un governo di coalizione di partiti conservatori. Il 30 settembre il nuovo governo ha revocato l'embargo sulle armi contro la Turchia e ha approvato una nuova legge antiterrorismo.

All'inizio di ottobre i rappresentanti dei ministeri della Giustizia di Svezia e Turchia hanno tenuto un incontro sull'estradizione delle persone chieste da Ankara. E il nuovo primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha inviato una lettera al presidente turco dicendo che Stoccolma era pronta a cooperare secondo le modalità richieste da Ankara.

Ma all'inizio del 2023, le relazioni sono tornate ad inasprirsi dopo che un attivista di estrema destra ha bruciato un Corano in Svezia. Lo stesso giorno, i sostenitori del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) sono scesi nelle strade della capitale svedese per protestare contro le politiche della Turchia. Ankara ha dunque scelto di bloccare ancora una volta il processo di adesione di Stoccolma all'alleanza atlantica.

Qual è la situazione ora?

I protocolli di adesione alla Nato per Svezia e Finlandia sono stati firmati il 5 luglio 2022. Quando la Finlandia ha aderito all'alleanza, nove mesi dopo, la domanda della Svezia era stata ratificata da tutti i membri della Nato, ad eccezione di Turchia e Ungheria.

Cosa cambierà dopo le elezioni turche

Il 28 maggio 2023 in Turchia si è tenuto il secondo turno delle elezioni presidenziali. Prima del voto, esperti e analisti hanno discusso con quale candidato presidenziale sarebbe stato più facile per la Svezia negoziare. 

La maggior parte ha concordato che con l’opposizione al potere sarebbe stato più facile fare approvare la domanda di Stoccolma, perché non ha imposto linee rigorose riguardo all'estradizione immediata di tutti gli emigranti politici. Per altri invece si è trattato di una mossa elettorale di Erdogan che rimasto al suo posto, ora potrà fare concessioni per ricevere preferenze in termini militari, politici o economici.

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