Il presidente turco, in visita sull'isola in occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco delle forze armate di Ankara, ribadisce il suo rifiuto al Piano Annan. Secondo Erdoğan la soluzione è l'accordo di pace a due Stati e non una repubblica federale
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha rifiutato il Piano Annan di riunificazione di Cipro sostenuto dalle Nazioni Unite, riaffermando il suo sostegno a un accordo per la creazione di due Stati che i greco-ciprioti hanno più volte respinto.
Parlando durante la cerimonia nel nord del Paese per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dell'invasione turca che divise l'isola lungo linee etniche, Erdoğan ha escluso la ripresa dei colloqui basati sul piano proposto dell'ex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, che prevedeva la creazione di una Repubblica Unita di Cipro in una federazione di due Stati.
Sottoposto a referendum nel 2004, il piano è stato approvato dal 65% dei turco-ciprioti del nord, ma oltre il 75% dei greco-ciprioti del sud ha respinto la proposta.
Erdoğan e Tatar rifiutano il piano per la repubblica federale
Sebbene Erdoğan abbia precedentemente respinto il piano di federazione delle Nazioni Unite, la Grecia e i greco-ciprioti speravano che potesse ammorbidire la sua posizione. "Non si può fare il bagno due volte nella stessa acqua. Non si arriverà da nessuna parte ignorando i fatti dell'isola. Crediamo che una soluzione federale non sia possibile a Cipro", ha detto Erdoğan.
Le sue osservazioni potrebbero complicare ulteriormente gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres per riportare entrambe le parti al tavolo dei negoziati. Ai commenti di Erdoğan ha fatto eco Ersin Tatar, l'attuale presidente del territorio noto in Turchia come Repubblica turca di Cipro del Nord. "L'atteggiamento dominante e imponente dell'immutabile mentalità greco-cipriota ha fatto fallire tutti i processi negoziali", ha dichiarato, riferendosi ai colloqui in stallo dal 2017.
"La parte greca insiste ancora su una soluzione, sotto il nome di soluzione federale, in cui i turco-ciprioti saranno in posizione minoritaria e trasformeranno Cipro in una struttura unitaria all'interno dell'Unione europea. Questa soluzione ha l'obiettivo di distruggere il nostro Stato e la nostra sovranità, richiedendo la rimozione della Turchia come garante e diritto di intervento e il ritiro dei soldati turchi da Cipro. Pertanto, non è possibile per noi accettare questi obiettivi".
Christodoulides: "La Turchia conosce la strada da seguire per l'Ue"
Nel frattempo, dall'altra parte della zona cuscinetto sorvegliata dalle Nazioni Unite, il presidente cipriota Nikos Christodoulides ha dichiarato di aver ricevuto messaggi positivi dall'Onu sulla risoluzione del problema cipriota, ma si è scagliato contro Ankara per quella che ha definito la "violazione dei diritti umani del popolo cipriota".
"Se la Turchia desidera davvero che prevalgano le condizioni di sicurezza e stabilità nella regione, se desidera avvicinarsi all'Ue, con vantaggi per la stessa Turchia, se desidera partecipare agli sforzi degli Stati della regione per la stabilità e la sicurezza regionale, la Turchia conosce molto bene la strada da seguire per raggiungere questo obiettivo", ha dichiarato.
La divisione e il ricordo dello sbarco delle forze turche 50 anni fa
L'anniversario dell'invasione turca è notevolmente diverso da entrambi i lati del confine. Nel nord controllato dalla Turchia è un'occasione di festa per coloro che considerano l'invasione come una salvezza dalla dominazione della maggioranza grecofona. Nel sud, invece, la giornata inizia con il suono delle sirene dei raid aerei all'alba, un giorno solenne che segna quella che i greco-ciprioti ricordano come una catastrofe che ha lasciato migliaia di persone morte o disperse e ha fatto sfollare un quarto della popolazione greco-cipriota.